Il mondo della scuola vive giorni difficili. In attesa di completare gli organici per il corrente anno scolastico, insegnanti e personale Ata sono pronti all’ultima fuga dalla scuola. Ma questa volta il Covid non c’entra niente. Nel 2021 sarà l’ultimo anno per la pensione anticipata con Quota 100. Della riforma delle pensioni se ne parla, ma non c’è nessuna certezza. Nell’indecisione insegnanti e personale Ata si guardano intorno. Dal 2022 andare in pensione può diventare sempre più difficile e soprattutto gravoso, perdendo soldi. Onde evitare uno scenario simile, chi ha anni e contributi giusti per sfruttare Quota 100 lo farà sicuramente. Questa uscita comporterà un buco di insegnanti e personale Ata nel mondo della scuola.
Quando si presenta la domanda di pensionamento
La pensione anticipata per il mondo scolastico ha, come tante cose, pro e contro. Insegnanti e personale Ata hanno tempo per ottenere il pensionamento presentando domanda entro febbraio 2021. Chi se la sente di continuare può farlo, ma vista l’incertezza, molti stanno pensando all’uovo oggi invece che la gallina domani. Insegnanti, presidi e personale Ata hanno le idee chiare: preparare la domanda di pensionamento da inviare al Ministero.
Quanti pensionati nel 2021?
A febbraio 2021 circa 50mila addetti del mondo della scuola hanno i requisiti per andare in pensione. Un terzo di questa platea ha i numeri: almeno 62 anni di età e 38 anni di contributi per sfruttare la Quota 100. E’ da tenere presente inoltre che nella quota rientrano l’Opzione Donna, anche se il Governo non ha ancora approvato la proroga.
Il mondo della scuola è in subbuglio perché rispetto ad un anno fa uscirebbero circa 10mila unità in più rispetto a quest’anno.
Insegnanti, tecnici, bidelli hanno intenzione di mettersi alle spalle il lavoro nel mondo della scuola per disparati motivi: dall’età avanzata alla paura per il contagio del Covid-19 che non accenna a smettere. Il personale docente e non docente ha un’età avanzata e gli squilibri sugli organici sono inevitabili. Quest’anno diversi squilibri si sono già registrati al Nord con docenti non intenzionati a trasferirsi. 66mila cattedre sono rimaste vuote e si è dovuto ricorrere a supplenze e incarichi a tempo determinato. Insegnanti e personale Ata sono pronti all’ultima fuga dalla scuola pur di non andare incontro ad un futuro sempre più incerto.