Da un secolo, ormai, il dollaro è il simbolo della moneta forte per eccellenza, accettato e scambiato in tutto il mondo. Tuttavia, dopo lustri di gloria, il biglietto verde sta perdendo progressivamente smalto. A tutto vantaggio di altre valute, come l’euro ad esempio.
Ma gli investimenti in dollari quali gravi rischi nascondono per i loro portafogli? I loro asset denominati in biglietti verdi sono al sicuro o c’è qualcosa che non bisogna lasciarsi sfuggire? Procediamo con ordine.
La forte correzione del 2020
Il tremendo capitombolo delle Borse, a marzo scorso, ha fatto correre ai ripari il mercato che ha liquidato gli asset a rischio. Di contro, ha spostato la liquidità verso i c.d. beni rifugio, tipo il dollaro.
A marzo, dunque, la moneta USA è aumentata notevolmente su tutte le principali divise estere. Poi, però, non ha saputo conservare a lungo la ripresa delle quotazioni.
La riprova la danno i grafici. Dai primi di aprile ai primi di settembre il dollaro, ad esempio, ha perso circa l’8,2% contro l’euro.
Poi una seconda fiammata, un secondo sussulto, il dollaro l’ha vissuto a settembre. Esso è legato ai rischi e ai timori di un secondo lockdown in Europa. Oltre agli alti e bassi dei rumors pre-elettorali statunitensi. Ma si è trattato di un movimento di piccolo respiro, oltre che di esigua durata.
Chi sono gli investitori in dollari
Le dinamiche del biglietto verde interessano, in prima persona, tutti coloro che hanno in portafoglio asset denominati in quella divisa. Che sono tanti: petrolio, oro, materie prime in generale. Al riguardo, va ricordato che il mercato offre anche formule di copertura dei rischi di cambio.
Ma ci sono anche i possessori di titoli di Stato USA e di azioni quotate sui principali listini americani. Anche questi asset sono, appunto, nelle mani e nelle disponibilità dei non americani. Quindi, l’andamento del dollaro li riguarda da vicino.
I rendimenti netti finali denominati in dollari dipenderanno infatti dal combinarsi di tre distinte componenti:
a) la performance del sottostante;
b) le ritenute fiscali applicate per legge sugli (eventuali) capital gain;
c) l’effetto cambio finale, appunto.
Gli investimenti in dollari quali gravi rischi nascondono
Ovviamente, il dollaro non è affatto destinato a perdere a breve lo status di moneta principe degli scambi mondiali. Di certo, però, gli eventi degli ultimi anni hanno dimostrato la forza dell’euro di erodere in parte i rendimenti degli asset denominati in dollari.
Ma a patto che gli stessi asset siano posseduti da cittadini non americani, come quelli comunitari, ad esempio.
Un’altra parte della debolezza del dollaro è dovuta anche alle guerre commerciali. Che non giovano affatto alla valuta USA.
Un dollaro “debole” è benigno solo se questa debolezza deriva da una scelta della FED di portare avanti programmi monetari espansivi. Ossia una massiccia offerta di moneta e stop. Le guerre commerciali, invece, fanno male in primis alla stessa moneta americana.