I contributi versati sono spesso un peso per i lavoratori soprattutto se poi si traducono in una perdita definitiva. Abbiamo già avuto modo, su queste pagine, di esaminare le nuove possibilità per andare in pensione anticipatamente. Ma se un lavoratore, con una certa età anagrafica, non raggiunge anche una soglia minima di contributi non matura la pensione e tutti i contributi versati sono allora perduti.
Come si possono allora recuperare i contributi INPS versati? Sarebbe interessante se il lavoratore potesse avere indietro i contributi che ha versato ma che non gli permettono di arrivare alla pensione. L’INPS si è sempre difesa affermando che i contributi versati, in realtà, non sono ami del tutto persi. Quei contributi avrebbero una utilità per il lavoratore perché gli consentirebbero comunque di arrivare a riscuotere una pensione se aggiungesse la differenza. La giurisprudenza ha sempre confermato questa tesi dell’INPS, come con la sentenza n. 3613 del 2002.
Come recuperare i contributi INPS versati
Alcune casse private consentono, invece, di recuperare i contributi versati in caso di cancellazione del professionista dal relativo albo. Lo fa, ad esempio, la cassa dei dottori commercialisti.
Nei confronti dell’INPS, invece, la restituzione può essere chiesta solo in casi ben precisi.
Per esempio, se i contributi sono stati versati per sbaglio, per un conteggio errato e, quindi, per una somma superiore a quella dovuta. Però, a volte, al danno si aggiunge la beffa. Infatti se i contributi non erano dovuti perché il rapporto di lavoro si è rivelato insistente l’INPS annulla i contributi. Ma non restituisce quelli che ha già percepito.
Diverso, ancora, è il trattamento riservato ai dipendenti della stessa INPS. Per loro, i contributi non dovuti, non vengono restituiti dal datore di lavoro, ma vengono computati per il diritto alla pensione. Anche se non erano dovuti almeno non vanno persi, perché vengono conteggiati come regolarmente versati quando si va a fare il calcolo degli anni di contributi versati per poter andare in pensione.
Ovviamente con un limite. Questo vale solo per i contributi versati in un periodo di oltre cinque anni precedente al momento in cui l’INPS effettua l’accertamento. Per quelli versati in periodi diversi l’unico modo per non perderli del tutto è utilizzarli per coprire eventuali periodi di contribuzione rimasti scoperti, unendoli perciò al diritto di riscatto. Oppure possono essere sommati ai cosiddetti contributi figurativi, che sono quelli per il periodo del servizio militare o di maternità.