Quali novità per le pensioni nel 2021 si possono anticipare

assegno pensionistico invariato

La Legge di Bilancio consente alla Redazione di ProiezionidiBorsa di verificare quali sono le novità per le pensioni nel 2021 che si possono già oggi anticipare. I requisiti anagrafici e contributivi di cui si è già parlato su queste pagine rimangono invariati, ma per alcuni potenziali interessati si prospettano novità.

Sicuramente si potrà continuare ad andare in pensione sfruttando le tre possibilità principali.

Prima fra tutte, la pensione anticipata, che richiede 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le lavoratrici donne. Sempre possibile, ovviamente, la pensione di vecchiaia per cui occorrono 67 anni compiuti ed almeno 20 di contributi versati. Infine Quota 100, raggiungibile con 62 anni anagrafici e 38 di contributi.

Coloro che vogliano sfruttare la pensione anticipata o il meccanismo Quota 100 devono, però, pazientare per un piccolo arco temporale prima di percepire la prima mensilità di pensione.

Quali novità per le pensioni nel 2021 si possono anticipare

Questo arco temporale che la legge chiama finestra mobile si calcola dal momento in cui il soggetto ha maturato i requisiti per andare in pensione con la modalità scelta. Quindi, chi sceglie la pensione anticipata, deve aspettare tre mesi dalla maturazione dei requisiti per vedere la prima mensilità di pensione. Chi sceglie Quota 100 deve aspettare sempre tre mesi, che diventano sei, se si tratta di dipendenti pubblici.

Per facilitare il raggiungimento dei requisiti per andare in pensione la legge consente di sommare i periodi di contribuzione versati a differenti gestioni previdenziali. Comprese le Casse di Previdenza private di ordini professionali. I contributi versati alla casse private non valgono solo per Quota 100.

La legge intende offrire una possibilità anche a coloro che non hanno contributi maturati prima del 31 dicembre 1995. Questi soggetti potranno, comunque, scegliere la pensione anticipata se hanno 64 anni compiuti e 20 di contributi effettivi.

In questo caso, perché la pensione non significhi, poi, indigenza, è richiesto anche un altro requisito. L’assegno pensionistico di queste persone non deve essere inferiore a 2,8 volte l’ammontare dell’assegno sociale.

In effetti le indicizzazioni alle rivalutazioni ISTAT degli assegni pensionistici sono nel nostro Paese sono cosa rara. Per questo la legge si preoccupa di verificare che quel trattamento pensionistico garantisca al titolare la possibilità di mantenersi. Oppure, sempre per coloro che sono privi di contributi versati prima del 31 dicembre 1995, si può andare in pensione a 7 anni con almeno 5 di contributi versati.

Quali novità per le pensioni nel 2021 si possono anticipare

Ed ecco adesso le novità contenute nella legge di bilancio 2021. L’Opzione Donna è stata prorogata di un anno. Le donne possono quindi lasciare il lavoro prima del tempo, accettando però il ricalcolo della pensione sulla sola base dei contributi.

Nessuna novità fronte dell’aumento delle pensioni

Niente buone notizie sul fonte degli aumenti. Il 2021 non sembra invece portare alcuna novità sul fronte dell’aumento delle pensioni. Non sarà possibile un adeguamento sulla base dell’aumento dei prezzi al consumo secondo l’ISTAT. Anche perché l’ISTAT, per adesso, sostiene che non vi sia stato aumento del costo della vita.

L’unico aumento, ma veramente ridotto, è quello derivante dall’aggiornamento del tasso di rivalutazione per il 2020 pari al 0.1%. È evidente che si tratterà di cifre infinitesimali.

Pertanto si prevede che le pensioni minime nel 2021 ammonteranno ad euro 516 mensili e che l’assegno sociale raggiungerà 461 euro. Per i numeri certi occorrerà attendere la valutazione ISTAT a marzo 2021.

A parte l’indice ISTAT, che rappresenta solo un adeguamento al costo della vita, la vera rivalutazione delle pensioni è stata rinviata al 2023.

 

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