Per rispondere ai Lettori che chiedono a che età si va in pensione nel 2021 anche senza contributi INPS ci affidiamo agli Esperti di Redazione. Mancano pochi giorni all’arrivo del nuovo anno e migliaia di lavoratori stanno inoltrando richiesta di pensionamento. Chi possiede una lunga storia contributiva sa di poter contare su un assegno pensionistico che gli consentirà una qualità di vita assolutamente decorosa. Chi invece non ha avuto modo di svolgere attività lavorativa per una serie di impedimenti vive la preoccupazione relativa agli anni della vecchiaia. Si teme che l’importo dell’assegno sociale possa rivelarsi del tutto insufficiente per affrontare le spese relative al pagamento di eventuali assistenti e badanti.
In un altro articolo ci siamo occupati delle donne che non hanno mai lavorato e che non posseggono alcuna copertura assicurativa. Si tratta per lo più di casalinghe e madri di famiglia che hanno speso l’intera esistenza alla crescita dei figli e all’adempimento di mansioni domestiche. Nell’articolo “A quanto ammonta la pensione sociale 2021 delle donne senza contributi INPS” troverete indicazioni in merito all’importo della prestazione previdenziale. Per accedere al trattamento previdenziale che l’INPS eroga a vantaggio di chi non ha contribuzione occorre rientrare in specifiche fasce reddituali. Ciò perché l’assegno sociale costituisce una misura economica a sostegno dei cittadini che raggiungono la terza età in una condizione di disagio finanziario. Per capire a che età si va in pensione nel 2021 anche senza contributi INPS occorre considerare anche i requisiti anagrafici.
A che età si va in pensione nel 2021 anche senza contributi INPS?
Matura il diritto all’assegno sociale il cittadino italiano o straniero che raggiunge i 67 anni di età e versa in una situazione di precarietà economica. Per ottenere la prestazione lo straniero deve dimostrare di risiedere sul territorio nazionale da almeno 10 anni in modo continuativo. La prestazione economica non è reversibile non spetta a chi risiede all’estero. Così come il diritto all’assegno sociale decade nel caso in cui il percettore si trattenga più di 30 giorni fuori dall’Italia. Ricordiamo infine che secondo quanto statuisce il Decreto 388/2000 chi percepisce l’assegno sociale ha diritto ad una maggiorazione entro i limiti reddituali prefissati.