Il reddito di cittadinanza non si tocca, il M5S rivendica la democrazia interna nelle parole del deputato Maraia

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«Passi avanti» rispetto alle divisioni interne in nome di un’attenzione maggiore per le diverse voci in campo. Così l’onorevole Generoso Maraia, deputato del Movimento 5 Stelle che ribadisce il forte senso di responsabilità per tenere in piedi il Governo Draghi. La battaglia per il superbonus, il reddito di cittadinanza che non sarà eliminato e l’importanza degli accordi commerciali con la Cina.

Onorevole, la divisione interna tra Dimaiani e Contiani è stata sanata? È pace fatta all’interno del Movimento?

«Come ogni partito c’è stata una dialettica interna che vede coinvolti vari soggetti. Abbiamo anche diversi Sottosegretari e Ministri che cercano di dare indicazioni all’interno del Movimento. Occorreva chiarire che è importante dare voce a tutti».

Adesso vi siete chiariti?

«Sono stati fatti passi avanti e stiamo procedendo con la nostra struttura e con la nomina dei referenti regionali e provinciali. Credo vada meglio anche dopo il voto attraverso la piattaforma. Quello che andava rimarcato è che occorre una democrazia interna che dà voce a tutti».

Politiche 2023. Si profilano alleanze?

«Noi come forza politica storicamente siamo trasversali. Abbiamo governato con la Lega e con il PD. Ci confrontiamo sui temi. E ci smarchiamo quando non convergiamo sui contenuti. In quest’ultimo caso comunque avviene un dialogo e una dialettica. È un modo di fare che riguarda tutti i partiti per cercare di fare sintesi».

Quanto fa paura Fratelli d’Italia?

«Prendiamo atto che c’è un rischio. Che molti elettori convergeranno verso Fratelli D’Italia. Le lacerazioni sociali in atto sono forti e si rischia il voto finisca a forze reazionarie che non sono state al Governo come appunto la Meloni. FDI potrebbe raccogliere il dissenso e la tensione sociale forte che è palpabile tra i cittadini».

Dietro il disappunto di Conte alla fornitura di armi all’Ucraina, i maligni leggono l’amicizia del Movimento con la Cina (si veda la Via della Seta) e quindi con la Russia. Sono malpensanti?

«Si tratta di una macedonia concettuale. La Via della Seta cui Lei si riferisce è una strada commerciale. Penso rivedremo tale accordo perché è nell’interesse del Paese e come classe politica cerchiamo di siglare accordi commerciali. Si tratta di traffici importanti. Sono discorsi puramente economici. Sulla guerra è evidente c’è un aggressore e un aggredito e noi siamo dalla parte dell’aggredito».

Il reddito di cittadinanza non si tocca, il M5S rivendica la democrazia interna nelle parole del deputato Maraia. I sondaggi sebbene danno il Movimento in lieve risalita, non farebbero ben sperare….

«Guardi se non ci fosse stato il M5S a garantire la continuità governativa avremmo avuto conseguenze importanti. In nome della tanto auspicata responsabilità abbiamo compiuto scelte a volte sofferte pur di non creare crisi. Siamo giunti a compromessi e questo probabilmente non è piaciuto a molti attivisti ma lo abbiamo fatto perché era importante garantire la stabilità di Governo».

Oltre la maggioranza governativa, il Movimento da che parte sta?

«Siamo dalla parte dei cittadini e di un programma che cerchiamo di portare avanti. Per il resto adesso è difficile riuscire a definire gli equilibri. Il Governo si fa in sede parlamentare e lì si trova la maggioranza. Noi pur di portare a casa qualcosa abbiamo tenuto. C’è stato un grande lavoro con la pandemia che ha significato governare l’ingovernabile e adesso con la guerra è un’altra situazione difficile. Capisco che rimangono problemi importanti come le infrastrutture, l’occupazione e i problemi del Meridione. Abbiamo la grande opportunità del PNRR che però ha tempi serrati e noi dobbiamo approfittare. È una grossa opportunità nell’ambito della quale siamo riusciti ad inserire i lavori della tratta ferroviaria Napoli Bari».

A proposito di lavoro, rispetto al reddito di cittadinanza molti contestano il fatto che abbia un po’ impigrito i giovani inoccupati….è così?

«Il punto è che il reddito di cittadinanza ha svelato le carte. E cioè che in molte realtà, soprattutto al Meridione il lavoro è sottopagato. Questo può creare la situazione per cui potrebbe risultare più vantaggioso il reddito di cittadinanza a fronte di un compenso di 500 euro al mese. Ma il problema è intervenire sul salario minimo. Il reddito di cittadinanza non si tocca, nel senso che non va eliminato. D’altronde la nostra misura è adottata in molto altri Paesi. Certamente va rivista ma ricordiamo che è anche compito degli Enti locali vigilare sugli aventi diritto. Sui requisiti e sulla revoca nei casi previsti. Con questo non ci laviamo le mani, infatti con il Ministro del Lavoro cercheremo di migliorare questa misura che non va cancellata ma monitorata affinché venga applicata bene. È un po’ come per il superbonus».

Cioè?

«Pure per il superbonus si è parlato di truffe ma si è visto che sono relative a misure precedenti e solo per il 3% riguarda il superbonus. È stato un impegno attivo del Movimento e di cui andiamo fieri. Abbiamo risollevato un comparto completamente piegato».

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