A Wall Street ieri è stata una seduta da incorniciare, come non se ne vedevano da tempo. Il Dow Jones, l’indice dei maggiori 30 titoli industriali ha segnato un rialzo di oltre il 5%. Performance vicine al 5% le hanno avute anche gli altri due indici maggiori della borsa americana, il Nasdaq e l’S&P500. L’indice tecnologico ha chiuso la seduta con un rialzo del 4,5% mentre l’indice delle maggiori 500 società quotate ha chiuso con un progresso di 4,6 punti percentuali. Ma che cos’è che ha messo il turbo alle Borse americane, che a loro volta hanno trascinato nel pomeriggio di ieri quelle europee?
Previsione di un forte taglio dei tassi di interesse in Usa
Nel pomeriggio di ieri, la mattina negli Usa, si è diffusa una convinzione riguardo le prossime mosse sui tassi da parte della Federal Reserve, la banca centrale americana. Molti degli operatori sono convinti che la Fed taglierà i tassi di un quarto di punto nella prossima seduta del 17-18 marzo. Ma questo non sarà l’unico taglio, l’ipotesi concreta è che da qui a giugno i tassi Usa possano scendere di un punto percentuale. Una previsione che è stata messa nero su bianco dagli analisti di Goldman Sachs. Un taglio che spingerebbe con forza sull’acceleratore della locomotiva Usa, riportandola a correre dopo la sosta del Coronavirus.
Donald Trump spinge la Fed ad agire e Wall Street esulta
A dare palpabilità a questa ipotesi del taglio di 1 punto percentuale, prevista da Goldman Sachs, è stata una dichiarazione del Presidente Donald Trump. Trump ha in vitato la Fed ad essere veloce nell’agire sui tassi di interesse. E’ evidente che la preoccupazione del presidente Usa è quella di presentarsi alle elezioni di Novembre con una economia in calo. Andare alle elezioni con una crescita del in rallentamento metterebbe a rischio la sua rielezione.
I mercati credono al taglio e i titoli dell’energia rialzano la testa
Che il mercato creda in un rallentamento minimo sulla economia Usa, lo dimostra non solo la virata della Borsa Usa, ma anche il rimbalzo del prezzo del petrolio. Ieri il greggio Wti alle 12.00 ha invertire il trend al ribasso, quando ha raggiunto la soglia dei 45 dollari, rimbalzando fino a quasi 49 dollari. Poi nella notte ha ripiegato leggermente verso area 47 dollari, probabilmente su prese di beneficio della speculazione di breve termine. Una corsa che ha innescato la ripresa delle quotazioni dei titoli legati all’energia. Infatti, ieri a Piazza Affari 5 dei 6 titoli del Mib che hanno chiuso in positivo, sono del comparto legato all’energia.