Le autorità di regolamentazione dei titoli italiani e spagnoli hanno messo infatti in atto un divieto di vendite allo scoperto di un certo numero di azioni a seguito delle perdite record di giovedì. Il divieto, grazie al Regolamento Consob, vieta inoltre di effettuare vendite allo scoperto “nude” su azioni e titoli di Stato. Ossia vendite allo scoperto non assistite dalla disponibilità dei relativi titoli (disponibilità ottenibile, ad es., tramite il prestito titoli).
Dopo il giovedì nero dei mercati, sono corse al riparo la Consob italiana assieme a quella spagnola, ovverosia la Comision Nacional del Mercado de Valores. L’effetto è stato immediato, come sempre in questi casi, aiutando il rimbalzo delle borse europee di venerdì 13. Di conseguenza, anche l’Autorità inglese ha emesso temporaneamente un divieto di vendita allo scoperto delle stesse azioni sul FTSE 100.
La Francia non si sarebbe invece ancora espressa su questa misura, mentre la Germania avrebbe mostrato resistenza.
Ma quanti e quali sono questi titoli? In Spagna sono 69, da noi 85. Tra i titoli italiani ci sono la Lazio, Poste Italiane, Campari, Fiat Chrsyler, Banca Generali, Mediobanca, Generali, Pirelli, Unicredit, Ferrari, Telecom Italia, Banca Monte dei Paschi di Siena e Piaggio. L’elenco completo è disponibile qui.
Come funzionano le vendite allo scoperto. Come funziona lo short selling di azioni e titoli?
Di solito quando investi in borsa acquisti un’azione nella speranza che il suo valore aumenti, ma non è sempre così. Il mercato finanziario è regolato da due forze opposte: i rialzisti, che comprano aspettandosi di guadagnare sulla crescita dei titoli, e i ribassisti, che invece speculano sul calo dei titoli con il meccanismo della vendita allo scoperto (o short selling). Nelle ultime settimane la diffusione del coronavirus sta offrendo delle possibilità per guadagnare con lo short. Il contagio ha scatenato un terremoto per borse di tutto il mondo, e nessuno sa quanto possano durare gli effetti di COVID-19 sull’economia.
Attenzione, però. Fare short selling è molto pericoloso; non è un’operazione consigliata per cassettisti (chi acquista azioni e le tiene per molto tempo) ed è da praticare solo dopo aver pianificato consapevolmente i livelli di gestione del rischio. Il motivo è semplice: mentre il valore di un’azione può scendere parecchio, anche arrivando ad un valore molto vicino allo zero assoluto, la perdita totale del proprio investimento, per chi investe normalmente (al rialzo), non avviene mai, per una pura questione matematica (che non stiamo a spiegare qui, e che magari approfondiremo poi).
Al contrario, chi investe al ribasso, è potenzialmente soggetto a perdite indefinite, dato che il rialzo del titolo, contro cui ha scommesso, potrebbe anche NON RIPORTARE MAI detto titolo al valore a cui è stato comprato, se continuasse sempre ad aumentare di valore, pur tra alti e bassi, come avviene sempre.
Cosa significa vendere allo scoperto (short selling)?
Vendere allo scoperto (short selling) vuol dire semplicemente investire sul ribasso di un titolo azionario, un fondo o una commodity, come il petrolio o l’oro. È un tipo di investimento che specula sulla fase ribassista del mercato, cioè permette di guadagnare quando i prezzi di borsa calano. La vendita allo scoperto funziona all’opposto dell’acquisto: più un’azione va a fondo, maggiore sarà il guadagno del trader shortista. Ma approfondiamo meglio il suo meccanismo.
Investire al ribasso è un meccanismo molto meno immediato da capire rispetto all’acquisto diretto di azioni o ETF. Quattro cose vanno comprese quando si parla di short in borsa: 1) si vendono azioni che non si posseggono 2) è una strategia di breve periodo (anche per questo viene chiamata short) 3) richiede un intermediario (un broker) che faccia da controparte 4) c’è un limite al profitto potenziale.
Le 4 cose cosa da comprendere
1) Un normale investitore compra un’azione a un determinato prezzo aspettandosi che quel prezzo salga in futuro. In questo modo, al momento della vendita del suo titolo, potrà guadagnare una plusvalenza dalla differenza. Chi applica la speculazione al ribasso, invece, vende un’azione che non possiede a un dato prezzo aspettandosi che in futuro il valore di quel titolo scenda.
2-3) Lo short selling è una strategia tendenzialmente di breve periodo perché comporta dei costi. Il meccanismo, infatti, funziona grazie a una controparte (un broker) che compra all’investitore i titoli che egli non possiede. In cambio, però, l’intermediario richiede sia un margine di garanzia (nel caso in cui la vendita in ribasso risulti in perdita) che un interesse per ogni giorno in cui la posizione short resta aperta.
4) La speculazione al ribasso ha un profitto potenziale limitato: infatti mentre il prezzo di un’azione può salire anche 10, 100, 1.000 volte tanto, al contrario non potrà scendere all’infinito, come detto prima.
I vantaggi dello short selling
La speculazione al ribasso ha il vantaggio di essere lo strumento che fa guadagnare di più in periodi di crisi diffusa sui mercati. In queste settimane di inizio 2020 l’economia mondiale vive ore di apprensione: sulle borse di Europa e America il contagio del coronavirus continua ad alimentare vendite diffuse. Il panico finanziario (panic selling) è stato così esteso, almeno fino a ieri, che nei prossimi giorni potrebbe colpire perfino i beni rifugio. Gli investitori frenano sull’acquisto di azioni farmaceutiche. Inoltre lasciano i grandi giganti tech che pure potrebbero guadagnare molto dalla diffusione del virus (molte più persone stanno usando Netflix, Google, Facebook).
Le notizie influenzano enormemente il sentiment degli investitori e la borsa. Sfruttare un’indiscrezione negativa o la situazione mondiale di crisi andando a investire al ribasso potrebbe (con le dovute cautele esposte prima) rivelarsi una strategia altamente remunerativa.
Infine, non va dimenticato che la vendita allo scoperto è immune alle bolle. Non esiste una bolla ribassista, per una questione matematica (il prezzo non può scendere oltre lo zero). Questo può proteggere nei periodi in cui il mercato sembra scostarsi troppo dal suo valore reale, rischiando di crollare da un momento all’altro.