USA: arriva la frenata? In evidenza l’errore della FED

Donald Trump

Negli ultimi giorni si sta intensificando la frequenza con cui i dati macroeconomici USA escono sotto le attese deludendo gli analisti.

E le Borse, già spogliate delle attese sulle mosse della FED giunte in anticipo, proseguono la propria discesa.

La domanda viene spontanea.
Visto che la FED tiene così tanto alla salute dei mercati non sarebbe stato meglio preservare la fase dei tagli dei tassi a quando effettivamente i dati macro lo avrebbero richiesto?
Come tra l’altro pare stia accadendo proprio ora…

Tabella principali dati macroeconomici USA di giornata

Intanto oggi entrambi i dati sulla disoccupazione tornano, in contemporanea, a deludere le attese.

Evento non rarissimo ma fastidioso nel contesto di nervosismo che attraversa i mercati in questi giorni.

Poco importa in simili fasi che i valori assoluti siano ancora eccellenti, gli operatori danno attenzione massima al colore della lucina del dato e oggi è rossa per entrambi.

Richieste di disoccupazione continua 1.651K 1.645K 1.656K
Richieste iniziali di sussidi di disoccupazione 219K 215K 215K
Indice Markit PMI Composito (Set) 51,0 51,0 50,7
Indice dei direttori agli acquisti del settore terziario (Set) 50,9 50,9 50,7

E per fortuna che il PMI e l’indice dei direttori degli acquisti del terziario hanno rispettato il consensus, altrimenti oggi poteva piovere ancora lettera sui listini.

La riserva “aurea” della FED. Calo di Borsa occasione di acquisto

Comunque la FED ha ancora un tesoro di livello dei tassi di cui disporre un 2% che equivale a 8 tagli da 0.25%.

Una scorta importante specie se comparata allo zero o per meglio dire sotto zero di cui dispone la BCE.

Questo per dire che non ci aspettiamo un trend ribassista di lungo periodo e che pertanto questa fase di debolezza potrà nella norma rivelarsi un ‘ottima occasione di acquisto.

Specie sui più solidi e proteggibili (dalla FED) mercati azionari americani.

Anche se ribadiamo che Powell avrebbe dovuto attendere prima di tagliare…

ISM: ulteriore delusione, nuovo calo di Wall Street

E infatti proprio mentre stiamo chiudendo l’articolo una nuova delusione arriva dall’ISM non manifatturiero USA che atteso a 55 (precedente a 56.4) esce a un contrito 52,6!

Ordinativi alle fabbriche (Mensile) (Ago) -0,1% -0,2% 1,4%
Indice ISM dei nuovi ordini non manifatturieri (Set) 55,2 59,0 61,5
Indice ISM non manifatturiero (Set) 52,6 55,0 56,4

Tra l’altro hanno deluso anche gli altri due dati fondanti delle 16.

Ovvero gli ordinativi alla fabbriche che segnano -0.1%, che è meglio del -0.2% atteso ma risulta in crollo rispetto all’euforico +1.4% di un mese fa.

E così pure delude l’ISM degli ordini non manifatturieri.

Batosta per l’errore di valutazione della FED

Insomma una lezione dura per la FED.

Banca centrale USA che muovendosi in anticipo ha sì ingrassato le ingorde attese degli operatori e probabilmente comunque non accontentato Trump, ma così facendo ora si trova a fronteggiare questo mini rallentamento con le armi già meno affilate…

E soprattutto con aspettative di tagli non molto compatibili con la filosofia di successo adottata in questi anni.