Troppo facile tassare i patrimoni per contenere la crisi

patrimoniale

Gli italiani hanno in passato subito varie patrimoniali. I Governi quando si trovano con le mani legate mettono in essere la terribile tassa sui patrimoni. Corsi e ricorsi storici, troppo facile tassare i patrimoni per contenere la crisi. Una storia che negli ultimi 100 anni si è ripetuta più volte.

Una storia che si ripete

Il primo esempio è durante la prima guerra mondiale. Il Governo di allora, guidato da Francesco Saverio Nitti, introdusse il prelievo sugli extraprofitti incassati dagli industriali. Lo Stato per tamponare i debiti contratti per la guerra, tassò gli italiani più ricchi.

Fu uno dei periodi più funesti, perché seguirono vari prelievi forzosi sui capitali degli italiani.

Infatti il Governo nel 1936 ha messo un prelievo forzoso sugli immobili del 3,5%. Il capitale delle società per azioni hanno subito un prelievo del 10%. Infine nel 1938 un prelievo del 7,5% sul capitale delle aziende non azionarie.

La prima patrimoniale

L’Italia va ricostruita, il secondo conflitto mondiale ha prosciugato le casse dello Stato. Gli italiani hanno dovuto sostenere il peso della patrimoniale per circa 13 anni.

Nel 1960, questa fastidiosa tassa, cambia nome in Invim, viene applicata sull’incremento di valore degli immobili. Per un po’ di anni, gli italiani respirano ma nel 1992, succede l’irreparabile, con quel blitz notturno che tutti ricordano.

Il blitz notturno

Il Governo Amato applica il prelievo forzoso del 6 per mille sui soldi posseduti sui depositi bancari, libretti postali, conti correnti, certificati di deposito, buoni fruttiferi. Inoltre, gli italiani hanno da mettersi le mani nei capelli perché viene introdotta l’imposta straordinaria del 2 per mille sui valori catastali dei fabbricati. Successivamente una tassa per il 3 per mille colpisce i fabbricati diversi dall’abitazione principale. La mannaia del Governo continua con la tassazione del 7,5 per mille sul patrimonio netto di ditte individuali, società ed enti commerciali.

Gli anni trascorrono ma le patrimoniali restano

Nel 1993 l’Ici sostituisce l’Isi e l’Invim. Infine il Governo Monti applica l’imposta di bollo ai conti correnti e ai depositi di titoli e strumenti finanziari. Italiani affossati da patrimoniali sotto la veste di nuove tasse su automobili, aerei e imbarcazioni e sulla prima casa. Troppo facile tassare i patrimoni per contenere la crisi.