Summit Made in Italy 2021: il futuro è legato alla creatività ma anche all’artigianato

creatività moda

Un Paese innovativo, creativo e affidabile. Ma la moda e il design italiani non sono fatti soltanto di creatività: anche di artigianato, manifattura e sostenibilità. È questa la competenza che bisognerà sviluppare nel tempo. È quanto emerso dalla prima tavola rotonda della seconda giornata di “Summit Made in Italy”, il simposio al quale ha partecipato la viceministra degli Esteri Marina Sereni. Si spengono i riflettori sulla Fashion Week Milano rilancia il made in Italy con 63 sfilate e 176 eventi ma non cala l’attenzione sull’industria della moda.

“Al prossimo G20 con presidenza di turno italiana, bisognerà definire nuovi equilibri mondiali. Definire un ruolo per l’Afghanistan”, che è un grande contenitore di materie prime indispensabili. Ma anche dare importanza a Paesi come il Qatar, che ospiterà uno dei prossimi G20. Il Qatar è uno dei grandi investitori sui mercati internazionali. Molto attento anche al business del lusso e della fashion, che finanzia con i suoi potenti fondi sovrani.

Investire sulla digitalizzazione

Summit Made in Italy 2021: il futuro è legato alla creatività ma anche all’artigianato e alle straordinarie tradizioni del nostro Paese che tutti vogliono scoprire. Dobbiamo rafforzare manifattura, artigianalità ma anche sulla digitalizzazione, la sostenibilità e la formazione. Anche se la sostenibilità, per la verità, è un valore ancora davvero poco apprezzato dai mercati asiatici. Dobbiamo attrarre, anche dall’estero, talenti e competenze. Per rafforzare il primato i due comparti stanno investendo su altri due tasselli fondamentali, la digitalizzazione e la sostenibilità, alimentando un circolo virtuoso che serve anche ad attrarre talenti e competenze.

Ma naturalmente servono anche i capitali. Ci sono vari fondi internazionali che hanno ritagliato nei loro portafogli una fetta di investimenti dedicati al lusso. O direttamente al made in Italy.

Summit Made in Italy 2021: il futuro è legato alla creatività ma anche all’artigianato

Tra quelli convinti che l’Italian fashion sia una miniera d’oro c’è Alessandro Binello, che ha voluto il “Made in Italy Fund”, un fondo tematico focalizzato sulle piccole e medie imprese dei settori fashion, design, beauty e food & wine del Bel Paese. Ha investito 300 milioni di euro nella moda, l’anno prossimo saranno 500 milioni. È andato a caccia di creatività fashion durante l’ultima settimana della moda. Gli investimenti necessari sono soprattutto quelli legati ai nuovi paradigmi distributivi, vale a dire le piattaforme web. Inoltre, non basta più soltanto la forza dei marchi. Servono anche i suoi valori, la sua storia e l’impegno del brand a proposito di sostenibilità.