Si può licenziare una lavoratrice in gravidanza?

lavoratrice in gravidanza

Un tempo era purtroppo un classico. Bastava che sul luogo di sapesse che la dipendente era incinta e scattava il licenziamento. Ma con le recenti leggi a tutela delle donne si può ancora licenziare una lavoratrice in gravidanza?

Il nostro ordinamento riconosce il licenziamento per giusta causa o giustificato motivo. Quindi licenziare non rientra tra le libertà assolute del datore di lavoro. É invece una soluzione estrema a fatti che impediscono il sereno svolgimento del rapporto di lavoro.

Proprio perché licenziare non è una libera scelta del datore ci sono dei casi in cui il licenziamento è vietato. Il caso della lavoratrice in gravidanza è proprio un esempio di divieto di licenziamento.

In particolare, il divieto copre il periodo dall’inizio della gravidanza fino al compimento di un anno di età del bambino. A questa previsione non esistono eccezioni. Infatti, il divieto di licenziamento in gravidanza, è una norma cosiddetta imperativa. La sua violazione rende il licenziamento nullo.

Si può licenziare una lavoratrice in gravidanza?

Proprio perché siamo di fronte ad una norma imperativa le eccezioni sono rigidamente previste dalla legge.

Per esempio, nonostante la gravidanza, la lavoratrice può subire il licenziamento in caso di condotta che integri colpa grave. La ragione è evidente. In realtà non si tratta di una eccezione al divieto di licenziamento in gravidanza. Si tratta piuttosto di un’applicazione del principio generale. La lavoratrice viene licenziata per aver assunto un comportamento contrario agli interessi aziendali.

Allo stesso modo, la lavoratrice in gravidanza può subire licenziamento per cessazione dell’attività dell’azienda. Anche in questo caso si applica un principio generale. Indipendentemente dal divieto di licenziare in gravidanza.

Una particolarità della tutela della lavoratrice in gravidanza riguarda la possibilità di estendere la tutela al padre. Ciò è possibile se il padre ha usufruito del congedo di maternità perché la moglie è deceduta. Oppure anche perché la moglie è in gravi condizioni di salute e non può occuparsi del bambino.