Il coloratissimo carnevale di cui nessuno parla

Morenada

Conosciamo tutti il Carnevale con la C maiuscola, quello brasiliano di Rio de Janeiro, ma l’America del Sud riesce a stupirci ancora una volta.

Da una lunga traduzione ereditata dalle popolazioni andine, la Morenada (Danza degli Schiavi Neri) è uno stile di musica e danza caratterizzato da una miscela di elementi africani e indigeni.

Un viaggio intercontinentale

Ci si potrebbe chiedere perché questa ricorrenza presenta degli elementi africani, e la risposta, purtroppo, è da ricercare nella tratta degli schiavi dopo la Scoperta delle Americhe. Nei secoli successivi all’approdo di Colombo, le grandi nazioni nelle quali dimoravano le civiltà precolombiane subirono la colonizzazione dagli occidentali, che deportarono manodopera dall’Africa Centrale. La ricchezza di questi territori fece sì che un numero impressionante di africani si stabilì forzosamente in Sudamerica e in Mesoamerica.

Questi popoli, privati dei legami con l’Africa, riuscirono a portare con sé l’unico patrimonio inviolabile dall’uomo bianco: la propria millenaria cultura.

A livello etnico, i prodotti dei contatti fra queste fiere popolazioni li vediamo negli afrolatinos come Pelé, Maria Bethânia e la talentosa attrice Lupita Nyong’o.

La Morenada, il carnevale afrolatino

Le origini di questo Il coloratissimo carnevale di cui nessuno parla sono dibattute da diversi esperti. Si ipotizza che l’ispirazione per questa danza derivi dagli schiavi africani portati in Bolivia per lavorare nelle miniere d’argento di Potosí e della regione Yungas. Un’altra teoria collega questa danza con la cultura Aymara, a causa dei ritrovamenti di pitture rupestri sulle rive del Lago Titicaca, nella penisola di Taraco.

Qualunque sia la paternità di questo intenso, coloratissimo evento, la Morenada è Patrimonio Culturale della Bolivia, e a ragione. Ogni città sfila con ballerini e musicisti, esponendo lo stendardo d’appartenenza e vestendo i costumi tipici della zona.

Essa viene celebrata ovunque vi sia una comunità nutrita di boliviani (ne è un esempio la bellissima Morenada che si tiene a Bergamo, in agosto).

Le maschere hanno un codice molto importante nella diffusione della storia di questa parata. L’enorme lingua che fuoriesce dai mascheroni ha lo scopo di rappresentare lo stato fisico dei lavoratori delle miniere, mentre il tintinnio delle Matracas è spesso associato al tintinnio delle catene degli schiavi.

Quella del coloratissimo carnevale di cui nessuno parla è una storia che le immagini riescono a raccontare più delle parole.

Un lungo filo rosso lungo centinaia di anni, che ricorda l’unione di questi popoli che hanno saputo convivere, soffrire e celebrare le proprie radici.

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