Giornate convulse sulle autostrade italiane e tanti i nodi da sciogliere. Qualche giorno fa il «là» è stato lanciato dal casertano. In questo caso sono stati i titolari e gestori dei pullman gran turismo a mandare in tilt il traffico del napoletano con un corteo lentissimo e tanto di carro funebre. Un modo per evidenziare la forte crisi del comparto turistico dei viaggi organizzati cui si aggiunge il caro benzina. Sciopero degli autotrasportatori e la chiamata al Ministro.
Gli aumenti
Lungo lo stivale nella giornata di ieri le contestazioni degli autotrasportatori hanno puntato il dito contro il caro carburante. Ormai giunto all’esasperazione sotto la pioggia di bombardamenti russi. Il Ministero della transizione ecologica ogni settimana pubblica il prezzo medio di combustibili e carburanti. Al 21 febbraio (cioè prima dell’attacco Russo all’Ucraina), il dicastero ha comunicato un aumento della benzina del 14,68%. Segno «più» anche per il gasolio con un incremento del 14,17%. Meglio per il GPL che ha fatto registrare un aumento dello zero virgola. In salita anche i prezzi del gasolio per il riscaldamento (+6,32%).
Sciopero degli autotrasportatori, la Federazione Benzinai chiama il Ministero
Il Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili ha messo sul tavolo un totale di risorse pari a 80 milioni che entrano nel Decreto Energia. Si tratta di fondi «per il sostegno al settore autotrasporto penalizzato da problematiche strutturali di filiera e dagli aumenti del costo carburante». Così da comunicato del dicastero. Quel che rimane da capire è fino a quando potremmo reggere e puntare su misure tampone, a fronte di un problema che potrebbe cronicizzarsi e diventare strutturale.
La parola alla Federazione Benzinai
Giuseppe Sperduto, presidente FAIB (Federazione Italiana Benzinai – Confesercenti) ci dichiara: «chiediamo un tavolo di confronto con il Ministero perché vogliamo accompagnare la transizione energetica ma bisogna prima creare le situazioni per supportare tale transizione – ci dice – Noi non vogliamo ostacolare il progresso, lo vogliamo accompagnare e vogliamo dare un contributo ma non possiamo rimanere soli. Chiediamo un tavolo insieme alle compagnie petrolifere, al Ministero e a quella parte del Governo deputato a sancire norme che mettono nella condizione di guardare al progresso con occhio favorevole».
I nodi da sciogliere
Il presidente della Federazione ci aiuta a comprendere a fondo il nodo del sistema carburanti. Arrivare all’elettrico in sostanza non sarà cosa di un giorno e quindi «rimandano le scadenze del motore endotermico fino al 2035 che poi nei fatti, se consideriamo che un’auto ha una vita media di 10 anni, sarà fino al 2050. Inoltre la mobilità, da studi che abbiamo fatto, incide sull’inquinamento per il 4%». Sicuramente, ci dice Giuseppe Sperduto «dobbiamo puntare al minor impatto possibile però dovendo fare cassa, raffinare i prodotti petroliferi ha un costo maggiore e quindi le raffinerie stanno chiudendo – prosegue – vede dobbiamo capire e dire come stanno le cose».
Prezzi ancora in salita
«Corriamo il rischio di sfiorare i 3 euro al litro. Molti parlano di accise, ma le accise non si possono modificare né tagliare perché nel Bilancio preventivo dello Stato ci sono le entrate delle accise che non possono essere tagliate magari si può tagliare l’Iva».
Molti distributori a rischio chiusura
La Faib per voce del suo presidente ci comunica che sul territorio italiano ci sono circa 22mila impianti che hanno costi molto alti e tanti rischiano la chiusura. Inoltre «chiediamo un tavolo per ottimizzare la rete distributiva proprio mediante la chiusura di 6-7mila impianti prima che falliscano e chiediamo di bloccare la costruzione di nuovi impianti a meno che questi non siano dotati di colonnine elettriche, fotovoltaico e tutto quanto necessario per accompagnare realmente la transizione energetica». E sullo Sciopero degli autotrasportatori, la Federazione Benzinai chiama il Ministero a fronte di un’escalation dei prezzi ai danni degli utenti e degli impianti.