Dopo il danno la beffa, per milioni di lavoratori in cassa integrazione a causa del Covid. Per molti di questi la tredicesima sarà molto più magra del previsto. I tagli arriveranno anche all’80%. Vediamo in dettaglio perché questi lavoratori rischiano una gratifica natalizia ridottissima.
Lo studio di Unimpresa tratteggia un quadro desolante
Sappiamo che a causa del Covid, molte aziende hanno richiesto per i lavoratori la cassa integrazione in deroga. Con la CIG-Covid il salario in certi casi è ridotto anche del 50%. Poiché la tredicesima mensilità è legata allo stipendio, la gratifica natalizia viene data in misura con quanto il lavoratore ha percepito durante l’anno.
Secondo uno studio di Unimpresa questo meccanismo farà perdere a milioni di lavoratori i quattro quinti della gratifica natalizia. In base a questo studio, a causa della CIG le tredicesime avranno tagli anche dell’80%
Secondo la CGIA di Mestre quest’anno la gratifica natalizia riguarderà circa 18 milioni di lavoratori. L’importo totale sarà di circa 30 miliardi di euro, tre miliardi in meno dell’importo dello scorso anno.
I più danneggiati sono i cassaintegrati a zero ore
I più colpiti dalla riduzione della tredicesima sono i lavoratori che hanno fatto cassa integrazione a zero ore. In particolare questi lavoratori rischiano una tredicesima ridottissima. Infatti il calcolo della tredicesima si fa sulle ore lavorate.
Facciamo l’ipotesi di un lavoratore che è stato in cassa integrazione a zero ore per 3 mesi. Per quel lasso di tempo non sarà calcolata la gratifica natalizia, perché non ci sono i requisiti. Quindi la tredicesima sarà calcolata sugli altri mesi lavorati, ma non su quei tre.
Così per i lavoratori oltre al danno la beffa. Non basta che la cassa integrazione riconosca uno stipendio ridotto. La ridotta retribuzione penalizza il dipendente su una serie di altri benefici, tra cui il calcolo della tredicesima. E beffa nella beffa, per molti lavoratori l’assegno CIG arriva in ritardo. Per alcuni anche di molti mesi.
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