Quando e perché bisogna evitare di mangiare la frutta

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Si è sempre detto che la frutta, ricca di vitamine, sali minerali e antiossidanti, è un toccasana per la nostra salute. Ci sono schiere di medici, nutrizionisti, naturopati, specialisti dell’alimentazione, che ne consigliano anche diverse porzioni al giorno. Ma è un’affermazione in linea di principio sempre valida? Anche in tema di frutta non mancano le eccezioni! Ciò detto, illustriamo quando e perché, in alcuni casi particolari, è bisogna evitare di mangiare frutta.

Stagionalità, provenienza, quantità e qualità

Pensare di poter mangiare sempre e comunque la frutta, non è di per sé un principio, proprio e sempre, corretto.

In primis, si dovrebbe dare spazio alla frutta di stagione. Al riguardo ci sarebbe da fare una piccola considerazione. Perché in natura la frutta più zuccherina nasce nelle stagioni più calde? Perché in estate abbiamo bisogno di più sali minerali e gli zuccheri sono più facilmente smaltiti dal sudore. In inverno, invece, avremo bisogno in modo particolare di vitamina C, assunta per il tramite degli agrumi. Per il resto, però, per sopportare il freddo, avremo bisogno più di grassi e di più proteine.

Nel consumare la frutta bisognerebbe prestare attenzione, oltre alla stagionalità, anche alla sua provenienza. Al riguardo, un ruolo importante lo gioca la sua tracciabilità, benché l’ideale sarebbe prediligere la provenienza a km 0. In tal modo si è sicuri di consumare frutta che abbia sani e intatti i principi nutrizionali.

Importante è anche la sua quantità che deve essere moderata, sebbene non assente. Essa, poi, è strettamente correlata alla tipologia di frutta, a seconda della quantità di zuccheri e di fruttosio in essa contenuti. La frutta fresca, in particolare, è meno ricca di zuccheri rispetto alla secca e alla disidratata. Ci sono, poi, in natura, varietà di frutta più o meno ricche di zuccheri. Nel primo gruppo troviamo gli agrumi, le mele, i frutti di bosco, le prugne. Nel secondo, invece, pensiamo alla banana, al fico, al caco, al dattero.

In quale momento della giornata mangiare frutta

Nello spiegare perchè bisogna, in particolari circostanze, evitare di mangiare frutta occorre, innanzitutto, considerare che la frutta contiene fruttosio che l’organismo traduce in glucosio, il che favorisce l’accumulo di grasso. L’assunzione di zuccheri produce, peraltro, anche dei picchi glicemici con conseguenti scompensi e danni connessi, non solo al metabolismo. Dunque, privilegiare l’assunzione di frutta al mattino, a colazione, o come snack, ma mai la sera o dopo le 17 in generale.

Gli abbinamenti possibili

Per non incorrere in processi di accumulo di zucchero o di fermentazione, sarebbe meglio evitare di mangiarla dopo i pasti. Oppure di combinare i diversi tipi di frutta. Non andrebbe mai abbinata ai cereali e ai legumi. Gli amidi contenuti in questi ultimi combinati con il fruttosio provocano l’accumulo, all’interno dell’intestino, di alcol e di anidride carbonica. Questi processi fermentativi causano crampi, rallentamenti digestivi, pancia gonfia.

Se si consuma carne, invece, potrebbe andare bene una spremuta di limone: la sua vitamina C favorisce, infatti, l’assorbimento del ferro. Ottimo anche l’abbinamento carne e ananas, che facilita l’assorbimento delle proteine.

La frutta ed alcune patologie

In presenza di importanti patologie, il consumo di frutta dovrebbe tenere conto anche dei consigli del proprio medico. Per chi soffre, ad esempio, di diabete, l’assunzione dovrà seguire delle rigide regole. Mentre chi soffre di gastrite dovrà eliminare la frutta acida, come gli agrumi o le castagne. Controindicate, in caso di colite, l’uva, le ciliegie e il melone. Il pompelmo, ad esempio, interferisce con alcuni medicinali, come gli ansiolitici, gli antibiotici, gli antistaminici.

Speciale attenzione va, infine, riposta da parte di chi soffre di particolari patologie autoimmuni. Anche in questo caso non si può prescindere dalle disposizioni del proprio medico.