Ormai gli esperti suggeriscono di provvedere al proprio futuro anche con la previdenza complementare. Quali sono i vantaggi fiscali di cui si può godere con una pensione bis?
Grazie alla presenza di vantaggi fiscali la previdenza complementare può essere per certi versi assimilata ad un investimento finanziario. Infatti i vantaggi derivanti dalla rivalutazione e dal rendimento dell’investimento si sommano con quelle derivanti dalla detrazione fiscale.
In primo vantaggio è senz’altro rappresentato dall’accumulo del capitale. Aderire ad un piano di previdenza complementare, intanto, è una forma di accumulo forzato. Alla fine ci troveremo in possesso di un capitale in più, accumulato con pochi sforzi.
Poi non vanno trascurati i vantaggi fiscali di cui l’investitore può godere in due momenti differenti. Prima di tutto, già al momento dell’investimento, che è fiscalmente detraibile. Il secondo momento in cui usufruiamo di vantaggi fiscali è quello in cui il trattamento pensionistico viene erogato all’investitore.
Vediamo più da vicino tutti i possibili vantaggi della pensione complementare.
Quali vantaggi con una pensione bis
Sin dalla fase di accumulo abbiamo un beneficio sull’IRPEF. Infatti, il capitale annualmente versato nel fondo complementare, è detraibile dall’IRPEF. La somma massima, annualmente detraibile, è pari a 5.164,57 euro. Detrazione significa testualmente sottrazione. Dal nostro reddito annuale verranno sottratti 5.164,57 euro e verrà tassato solo il resto. Decisamente un bel vantaggio, perché è come se avessimo guadagnato più di 5mila euro esentasse.
Il secondo vantaggio consiste nella tassazione facilitata sulle rendite finanziarie. Ossia sui redditi prodotti da quell’investimento con gli interessi. I redditi degli investimenti finanziari ammontano in genere al 26%. Ma per i prodotti previdenziali scende al 20%.
Infine, i vantaggi si manifestano anche quando, finalmente, l’investitore percepisce la seconda pensione. Sul trattamento erogato la tassazione è solo del 9% se l’investimento si è protratto per oltre 35 anni. Se la durata dell’investimento è più breve la tassazione può arrivare massimo al 35%. Normalmente le pensioni sono, invece, soggette all’ordinaria tassazione IRPEF, le cui aliquote possono ammontare addirittura al 38 o 43%.
Basta una semplice operazione matematica per comprendere la portata del vantaggio. Un piano di accumulo che, alla fine, produce un capitale remunerato con una prestazione mensile tassata meno di altre prestazioni previdenziali.