Quali sono gli squilibri organici alla base del buono e cattivo umore

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Una guida per capire quali sono gli squilibri organici alla base del buono e cattivo umore.

“E vissero tutti felici e contenti”. Questo è l’epilogo classico con cui si chiudono buona parte delle favole. Ma, nella realtà, questo cosiddetto lieto fine non è poi così scontato da raggiungere. Per quanto l’uomo si “danni” per cercare di raggiungere un tanto agognato stato di benessere, nella vita non esiste nessuna garanzia del tipo “soddisfatti o rimborsati”.

Per cui mentre sembra che ad alcuni vada sempre tutto bene, altri sono perennemente in credito di qualcosa con la vita. Natura matrigna o destino avverso? Secondo recenti studi, la causa di tutto questo, non andrebbe più ricercata al di fuori di noi, ma dentro l’essere umano, nel senso più viscerale del termine. Vediamo quindi di approfondire quali sono gli squilibri organici alla base del buono e cattivo umore.

L’asse pancia-testa

Si deve ad un esperto di anatomia e biologia cellulare della Columbia University, uno studio sull’asse pancia-testa. Ad accendere i riflettori sull’interscambio comunicativo tra mente e intestino è stato, tra gli altri, il dottor Michael D. Gershon. Con il libro “Il secondo cervello” diventato ormai un best seller, il ricercatore induce a riflettere sulle connessioni trasversali sussistenti tra organi. Si sfata così il mito della centralità della materia grigia nel pensare, riflettere e gestire informazioni.

Più specificamente, sarebbero state portate prove a dimostrazione dell’esistenza di una seconda cabina di regia, oltre alla cosiddetta “materia grigia”. Il ricercatore, e non solo lui, sostiene infatti che nell’intestino esista un «secondo cervello», ovvero un sistema nervoso indipendente. Un sistema peraltro in costante interscambio di informazioni con il sistema neuronale situato nella scatola cranica. La mole d’informazioni che il cervello addominale inviare al cervello “n.1” sarebbe, secondo lo scienziato, di circa il 90%. Insomma una sorta di comunicazione no-stop che “deve” indurre a porre attenzione allo stato di salute del nostro ambiente intestinale.

Come individuare e curare gli squilibri

Per avere il polso della situazione di come pulsa il nostro “secondo cervello”, sarebbe sufficiente ottenere una diagnosi. Il test che consentirebbe di dare risposte certe si chiama: ‘Disbiosi test’, questo è almeno quanto suggeriscono i ricercatori del settore. A questo punto, se si riscontrano squilibri, la soluzione sarebbe quella di ricorrere all’assunzione di probiotici e prebiotici accompagnati da piani nutrizionali ad hoc. Un piano d’azione che consentirebbe di riassestare in breve tempo il sistema organico, mentale, ed emozionale. Quando si dice un pacchetto “all inclusive”!