Dai Coronabond al MES: quali saranno le misure salvastati?
Nella giornata di ieri, dalle ore 17 circa è iniziato il vertice tra gli Stati europei per discutere sulle misure economiche per fronteggiare la crisi. La riunione si è protratta fino a notte, senza però alcun esito fruttuoso, se non quello di ribadire con fermezza e categoricità le posizioni assunte fin dall’inizio. Lo scenario, ancora una volta, è composto da due contrapposte fazioni. Germania e Paesi Bassi tirano la corda per l’affermazione del MES (fondo salvastati) nella versione pura. Italia, Spagna, Francia, Malta, Portogallo, Grecia, Lussemburgo, Irlanda premono per l’adozione di strumenti nuovi, quali i cd. Coronabond.
Quindi, quali saranno le misure salvastati: il Mes propugnato dai pochi, oppure I Coronabond, richiesti dai molti?
Insomma, si ci chiede, quale sarebbe la differenza? In effetti, la questione sarebbe di triplice natura, per dirla in breve. Innanzitutto, la Germania e Olanda premono per un MES modello Guerra mondiale. Si tratterebbe di prestiti con accaparramento delle risorse da parte di quelli più ricchi e triplicazione dell’esposizione debitoria per chi è già al verde. Insomma, un dissanguamento economico che seguirà a quello fisico, per atterrare definitivamente i paesi maggiormente colpiti. Sulla opposta fazione si sono assestati quanti chiedono, invece, gli Eurobond, che significano ripartizione equa delle conseguenze della crisi dovuta allo sfacelo economico che ha colpito i paesi dell’eurozona. In un’ottoca di compromesso, inoltre, gli stessi invocano un modello MES rivisitato.
Esso, infatti, e’ inutilizzabile così com’ è in quanto basato su schemi superati e quindi va adeguato alla storia e alla situazione attuale. Il modello MES attuale, dovrà’ consistere in un prestito agli Stati che tenga conto del fatto sostanziale che il coronavirus non è una guerra decisa “a rischio e pericolo” di chi la intraprende. Inoltre, non è neppure la conseguenza di una crisi economica di uno Stato o di Stati che hanno deciso consapevolmente di indebitarsi.
Coronavirus
Cioè, non si tratta di una scelta politico-economica sbagliata e perciò stesso imputabile. Il coronavirus è una disgrazia, inaspettata, incontrollabile e devastante che non può essere addebitata a nessuna scelta politica ma va solo affrontata! Di conseguenza le scelte, anche sul MES, che dovranno essere adottate, vanno adeguate alla peculiarità e complessità della situazione concreta.
Una situazione che riguarda tutti gli Stati e che non può declinarsi come un fatto scontato o riconducibile a logiche diverse e superate. In altre parole, il modello MES, che accanto agli Eurobond propone il “fronte moderato”, consisterebbe in un prestito cui consegue un indebitamento a condizioni meno rigorose e meno gravose di quelle previste dal vecchio MES. Il vertice, comunque, come era prevedibile, si è concluso con un nulla di fatto, con differimento al 9 aprile. L’intesa dovrebbe essere raggiunta entro Pasqua ma chissà. Ad oggi permane ancora l’interrogativo su quali saranno le misure salva stati.
Quali le prospettive…
Quali saranno le misure salvastati?
“L’Italia non accetterà compromessi a ribasso», ha ribadito il Capo del Governo Italiano. Il tavolo di intesa salterà finchè non si capirà che il MES non può’ essere la soluzione. Questo deve essere chiaro per i Paesi Bassi e la Germania, come da più parti si ribadisce. Le prospettive? Nessuna, se questi ultimi si irrigidiscono sul no; una soluzione mista, se si accettano le proposte degli altri paesi dell’eurozona. La soluzione mista consisterebbe, come spesso accade, nel dare ragione a tutti, democraticamente, cioè nell’accettare sia Eurobond che MES. In altri termini, non si raggiungerà alcun accordo se tedeschi e olandesi non accetteranno di condividere i danni causati dall’epidemia.
Quindi, i debiti che si faranno per rimediare alle conseguenze del coronavirus, almeno in parte, dovranno essere messi in comune, altrimenti l’Eurozona ne uscirà troppo frammentata, e alcuni verrebbero ingiustamente penalizzati a favore di altri. Non si potrà consentire, in alcun modo, che il coronavirus possa rappresentare l’occasione per favorire un meccanismo perverso e distruttivo per gli equilibri europei. A nessuno dovrà essere consentito di trarre vantaggio da una simile tragedia ed è bene che, al più presto, la Germania lo capisca!