I mercati internazionali avevano già inglobato, nelle rispettive performance, una FED intenzionata a cambiare rotta. La paura era che le decisioni annunciate sarebbero state adeguatamente calibrate alle aspettative dei mercati. Ma soprattutto alle reali esigenze dell’economia mondiale oltre che statunitense.
Invece ieri Jerome Powell è riuscito a trovare la quadratura del cerchio e a calmare le ansie degli operatori. Risultato: oggi i mercati aprono in rialzo e quelli a stelle e strisce ritoccano per l’ennesima volta i massimi storici. Ma anche Piazza Affari esce vittoriosa da questo appuntamento. Infatti da diverso tempo le previsioni sul mercato italiano tendono ad essere ben più che incoraggianti. Oggi, ad esempio, poco prima delle 10.30 il Ftse Mib riusciva a lambire i 27.500 punti fermandosi a 27.475. Ma cosa ha detto ieri Powell per riuscire a gestire le incertezze? In poche parole i fatti.
Quale sarà la prossima Banca centrale che sorprenderà i mercati azionari?
Il temuto tapering ci sarà e arriverà presto, a novembre. Ma non riguarderà i tassi, confermati agli attuali livelli, e sarà edulcorato da un taglio che non andrà oltre i 15 miliardi di dollari ogni mese sugli acquisti. Non solo, ma come auspicato dagli operatori, si tratterà di un’operazione flessibile.
Riviste anche le considerazioni sull’inflazione, più veloce del previsto. Tutto questo conferma, nuovamente, il ruolo primario delle politiche monetarie. Ma proprio per questo, quale sarà la prossima Banca centrale che sorprenderà i mercati azionari? La protagonista del giorno è senza dubbio la BoE, ovvero la Banca centrale inglese i cui vertici hanno già lasciato intendere che un inasprimento delle politiche monetarie sarà imminente. Quello che resta da scoprire è se ciò avverrà già questa settimana, oppure se qualsiasi decisione verrà rimandata a dicembre.
A votare per il primo caso sono gli esperti di Goldman Sachs e Citi, con quelli di Berenberg che danno la maggioranza delle probabilità a favore di questo scenario. Per il secondo, invece, ovvero un rialzo a dicembre, votano quelli di Ubs. Anche perché persino i vertici della stessa BoE non sembrano essere concordi sul da farsi. Tra i falchi, infatti, ci sarebbero proprio il governatore Andrew Bailey mentre altri membri preferirebbero attendere. Di sicuro, però, il 2022, sarà certamente un anno di cambiamenti su questo fronte, un po’ per tutte le Banche centrali più importanti.