Politica di bilancio salvaci tu dopo che la Lagarde ci ha affossato!
Secondo indiscrezioni dell’ultima ora a muoversi a stretta giro e in maniera decisa sarà anche la Commissione europea decisa a rompere gli indugi su quello che fino a oggi era Bibbia, ossia le ferree regole del Patto di Stabilità.
La misura allo studio
In sostanza si starebbero muovendo nella direzione di utilizzare la clausola anti-crisi del Regolamento N° 1.466 del 1997 sulla sorveglianza dei bilanci, che di fatto congela la richiesta di apportare modifiche di aggiustamento ai bilanci pubblici in caso di severa contrazione dell’economia. Sempre secondo le indiscrezioni, tale misura sarà presentata domani venerdì 13 in modo tale da liberare (pro tempore) gli Stati dai parametri di bilancio.
Gli squilibri dell’economia reale
La misura allo studio, e in fase di ultima definizione punta a dare una risposta forte alla gravità della situazione. E si ascrive alle misure di politica di bilancio, che si spera salvino le nazioni dal baratro. Lo ha ribadito Christine Lagarde questo pomeriggio: l’Eurozona «necessita ora di una risposta ambiziosa e coordinata in termini di politica di bilancio per dare sostegno alle imprese e ai lavoratori a rischio». Se non riprende il lavoro, la gente non percepisce gli stipendi, e senza questi non si fanno gli acquisti. Le aziende producono meno o chiudono, gettando ulteriore benzina sul fuoco.
La centralità delle Autorità di politica fiscale
Il rilancio dell’economia nazionale passa quindi dai Governi nazionali, ai quali si chiede di aprire i cordoni della borsa (non quella dei listini) e sostituirsi ai privati (famiglie e imprese). La politica di bilancio può infatti salvarci. Una precisazione si rende però opportuna,. Questa politica, a nostro avviso, dovrebbe scindersi in due fasi: la prima di sostegno, la seconda di spesa diretta. Diciamolo meglio: nella fase del “coprifuoco” vanno sostenuti i soggetti economici (consumatori e produttori) perché gli stessi non giungano a decisioni drastiche (ad esempio: chiusura delle attività). A tal fine l’idea degli aiuti diretti sarebbe quella più efficace.
La seconda fase dovrebbe essere invece quella spesa. Un esempio potrebbe riguardare l’adozione di piani a sostegno dell’economia verde e/o circolare: aiuteremmo l’ambiente (e quindi noi stessi); rilanceremmo i consumi; vedremmo la gente tornare a lavorare e a sorridere. Cara (vecchia) politica di bilancio, salvaci tu …