Pochi conoscono l’origine dei coriandoli di carnevale, ed ecco spiegata la nascita del nome e l’invenzione italiana

coriandoli

Ci troviamo in quel periodo dell’anno festoso e felice in cui i bimbi si travestono ed in cui ogni scherzo vale. I carri sfilano per le città e qualche momento di gioia, di rumore e di colore irrompe nelle nostre vite. Ci sono molte tradizioni correlate a questo magico mese che unisce l’inverno alla primavera.

In molti lo celebrano cucinando. Ecco allora alcuni dolci tipici che sono chiamati in maniera diversa a seconda delle Regioni di appartenenza. Qualcuno le chiama chiacchiere, altri brighelle.

Ci sono poi i travestimenti. Alcuni decidono di spenderci decine di euro, mentre altri riescono a fare un figurone anche con dei vestiti gratuiti o quasi. Tra le varie tradizioni, ce n’è una molto colorata. Spesso nemmeno ci chiediamo da dove vengano. Infatti tutti li usano ma pochi conoscono l’origine dei coriandoli di carnevale.

Una storia gastronomica e poi un’invenzione milanese

Oggi questi chicchi appartengono ad una spezia molto facile da reperire nei supermercati. Una volta invece facevano lunghi viaggi i semi del coriandolo. Provenivano dall’Oriente e la loro forma, piccola e circolare, era ideale per consentirne il lancio. Erano i momenti di festa più vari quelli in cui si utilizzavano. Potevano essere matrimoni, oppure la sfilata dei carri del Carnevale. Così nel 1500 si diffuse l’usanza di lanciarli per celebrare il Mondo che si mascherava.

Erano di buon auspicio, ed erano utilizzati per lo più ricoperti dallo zucchero. Questo avveniva soprattutto a Venezia, una delle patrie del Carnevale. La Serenissima, infatti, era molto attiva negli scambi con l’Oriente. Inoltre, era una delle città in cui il Carnevale era maggiormente celebrato. Addirittura, varie testimonianze ne fanno risalire i festeggiamenti già al 1094.

Progressivamente questi semi vennero sostituiti dalle palline di gesso colorate. Il nome nell’uso comune rimase invariato. Ma l’utilizzo attuale dei coriandoli deriverebbe dall’idea di un italiano. Si trattava dell’ingegnere milanese Enrico Mangili.

Pochi conoscono l’origine dei coriandoli di carnevale, ed ecco spiegata la nascita del nome e l’invenzione italiana

Fu nel 1875 che ebbe l’intuizione di utilizzare dei dischi di scarto provenienti dai bachi da seta. Sempre negli stessi anni, un altro italiano ne vantava l’invenzione. Si trattava di Ettore Fenderl, un cittadino triestino che avrebbe lanciato palline di carta non avendo il denaro per comprare i gessetti. A prescindere da chi fosse l’inventore, rimane il simbolo di una festività molto celebrata da adulti e bambini. Dietro le maschere, infatti, tutti ritorniamo uguali. Per un giorno le distinzioni sociali si azzerano e tutti celebrano la gioia irrazionale della vita.

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