Essendo Draghi un tecnico, in questo periodo si sono moltiplicate le analisi sui cosiddetti Governi tecnici, e in particolare ci si è domandati in che cosa potrebbe differenziarsi l’esecutivo presieduto da Draghi, rispetto al Governo guidato da un altro celebre Mario, il professor Monti.
Perché non tutti i Governi tecnici o presieduti da tecnici sono uguali e cosa differenzia Draghi da Monti
Come abbiamo visto in altra occasione, la denominazione di Governo tecnico o politico riguarda, sostanzialmente, il tipo di composizione che caratterizza un esecutivo.
Se i ministri non sono politici, ma scelti in base a competenza ed esperienza, si tratta di Governo tecnico.
Nulla esclude, ovviamente, che si possano avere Governi misti, formati sia da tecnici, che da politici.
In ogni caso, qualunque sia la composizione di un Governo, comunque deve fare delle scelte, e quindi il cosiddetto Governo tecnico è comunque anche politico.
Essendo comunque Draghi un tecnico, il suo viene considerato da molti un esecutivo tecnico, o comunque con forte caratterizzazione tecnica.
Ed ecco perché secondo diverse analisi verrebbe naturale confrontarlo con il Governo che costituì la precedente esperienza di esecutivo tecnico, quello di Mario Monti.
L’esperienza del Governo Monti
Monti governò tra il novembre 2011 e l’aprile 2013, in una situazione caratterizzata da una difficile congiuntura economica.
In particolare, la sua nomina fu legata ad una grave crisi finanziaria, che il suo esecutivo era chiamato ad affrontare.
E per affrontarla fu deciso un consistente aumento della pressione fiscale.
Con risultati assolutamente deludenti sul fronte del debito pubblico.
Questi risultati hanno dimostrato la valenza dei cosiddetti moltiplicatori fiscali con effetti negativi.
In altri termini, quando si incrementa la pressione fiscale, il PIL tende a ridursi in misura pari alle entrate fiscali moltiplicate per un parametro, definito moltiplicatore fiscale.
Esattamente l’opposto di quello che avviene con interventi espansivi, quando la riduzione della pressione fiscale o la spesa pubblica tendono a creare PIL in misura pari all’entità delle relative manovre, moltiplicate per il moltiplicatore economico.
Di qui possiamo comprendere perché il tentativo di Monti di ridurre il debito tramite manovre di incremento della pressione fiscale sia fallito.
Perché Draghi non può essere paragonato a Monti
Ma da quanto detto sopra, comprendiamo anche perché alcuni temano un Governo presieduto da Draghi.
Temono che si ripeta l’esperienza negativa di Monti.
Ma tale ipotesi è in gran parte infondata.
Proprio perché Draghi appartiene per formazione e convinzione a una scuola di pensiero neokeynesiana, che ritiene essenziale il meccanismo del moltiplicatore economico.
Moltiplicatore, la cui efficacia potrebbe, ovviamente, essere del tutto o in parte vanificata, se si realizzassero al contempo misure anche restrittive, come quelle conseguenti ad un incremento della pressione fiscale.
Altro motivo, per cui Draghi non incrementerà, a giudizio di chi scrive, la pressione fiscale, è un fattore politico.
Della maggioranza che si va formando, farà sicuramente parte la Lega.
E questo partito pare che nelle interlocuzioni con Draghi abbia già definito proprio questo limite all’azione del premier: nessun incremento della pressione fiscale.
Nella stessa direzione, o quanto meno esprimendo contrarietà ad alcune tipologie di imposta, in particolare la patrimoniale, anche il PD.
Vi sono quindi sia fattori tecnici e di formazione del futuro Presidente del Consiglio, che politici, alla base della differenziazione con l’esperienza del Governo Monti in materia di politiche economiche.
In questo articolo abbiamo quindi spiegato perché non tutti i Governi tecnici o presieduti da tecnici sono uguali e cosa differenzia Draghi da Monti.
A cura di Gian Piero Turletti, autore di “Magic Box” e “PLT“.