Da quando l’essere umano ha ideato la comunicazione linguistica la civiltà umana ha cominciato a far passi da gigante. Da tempo immemore diciamo migliaia di parole al giorno e, spesso, non sappiamo cosa vogliano dire. La comunicazione linguistica, infatti, regge le relazioni interpersonali, la logica, gli ordini militari e l’amministrazione dei vari livelli della società.
Spesso, però, tendiamo a usare molte parole senza, tuttavia, sapere cosa vogliano realmente dire. Parole che sono nel nostro linguaggio comune, quotidiano. “Mannaggia” è proprio una di queste, e viene usata molto spesso da quasi tutti gli italiani.
Ma cosa sappiamo su questa parola? Perché diciamo mannaggia e cosa vuol dire.
Origine meridionale del termine
Mannaggia è un’espressione di disappunto. Gli esperti, tuttavia, non concordano sull’origine precisa della parola ma hanno, comunque, trovato una soluzione precisa.
Sembra che “mannaggia” sia la crasi tra due parole ed espressioni: mal ne aggia. “Aggia”, infatti, è un’espressione del dialetto napoletano che sta a significare “abbia”, quindi mannaggia sta a voler dire “che tu abbia del male”. Altrimenti, sembra che mannaggia derivi dall’unione di “malanno” e sempre del suffisso “aggia”, di cui abbiamo appena parlato.
Diffusione della parola in tutta Italia
Come per la lingua francese, la lingua italiana è in costante mutamento e prende a prestito parole che arrivano dai vari dialetti regionali. Quando una parola diventa di pubblico dominio nazionale, la sua diffusione è capillare e viene usata anche in Regioni molto diverse tra loro.
“Mannaggia”, dunque, è proprio una di quelle parole, dato che la usiamo in tutta Italia, senza però sapere cosa voglia realmente ed esattamente dire.
I registri della lingua sono importanti e alcune parole nel corso del tempo diventano più o meno volgari. Ora, noi diciamo “mannaggia” come leggera imprecazione, alternativa di “accidenti”.
Ecco spiegato, dunque, perché diciamo mannaggia e cosa vuol dire.