La felicità ed il senso di pienezza dovrebbero essere parte della vita di ciascuno di noi. Molte volte però abbandoniamo la loro ricerca e ne dimentichiamo la necessità. Pensiamo, infatti, che sia necessario fare dei sacrifici per raggiungerle. Così, meglio accantonarle momentaneamente. Crediamo oppure che sia meglio evitare le conseguenze di certi dialoghi con noi stessi. D’altro canto, alcune risposte potrebbero creare molte conseguenze. Ci obbligherebbero a prendere delle decisioni. Ed a cambiare la vita per come la conosciamo. Pensiamo, così, che sia meglio non abbandonare quanto posseduto.
Eppure, fermarci a pensare può essere necessario. La filosofia è nata per questo. Alcuni studiosi e psicologi ci danno alcuni consigli che evitano di farci finire in zone d’ombra. Ad esempio, lo psicologo statunitense Wayne Dyer sostiene che porsi alcune domande sia una base necessaria per migliorare. Questo servirebbe per recuperare energia e felicità. Questi spunti non servono a sostituire un percorso terapeutico di uno specialista. Sono spunti di riflessione che potrebbero aiutare la consapevolezza di cosa vogliamo nella vita.
La prima domanda
In primo luogo, dovremmo chiederci come sarebbe la nostra esistenza se sapessimo che abbiamo ancora a disposizione 6 mesi di vita. Se la risposta fosse esageratamente diversa dalla nostra vita attuale, allora potremmo avere bisogno di cambiare qualcosa. Le persone, infatti, non mentono solo agli altri. Ma anche a loro stesse.
Dovremmo poi imparare a chiederci quali sarebbero gli orari della nostra vita se fossimo liberi di scegliere. Questo ci aiuta a capire quali vincoli sociali ed organizzativi vorremmo evitare. Nel concetto di libertà dovrebbe rientrare l’idea di organizzare il proprio tempo e le proprie attività nella maniera che riteniamo più giusta. Forse tutta la giornata ci sembra sbagliata. Così, ogni volta che ci svegliamo o mangiamo siamo infastiditi. In questo caso, forse dovremmo cambiare qualcosa nella nostra vita. D’altronde esistono tanti modi e lavori per sopravvivere. E non esistono solo pochi orari fissi per fare le cose.
Per recuperare energia e felicità ecco 3 domande da porgere a noi stessi per migliorare costantemente
Un altro punto di partenza per comprenderci meglio sarebbe provare a descriversi senza usare etichette ed aggettivi noti. In poche parole, non dovremmo utilizzare termini da Curriculum lavorativo. Non dovremmo parlare di puntualità, serietà, precisione. Ma dovremmo descriverci in base a ciò che amiamo fare, a ciò che di buono vorremmo lasciare nel Mondo, alle passioni che vorremmo sviluppare. Similmente, dovremmo pensare al nostro senso della vita ed allo scopo che pensiamo abbia la nostra esistenza.
Questi semplici passi potrebbero dunque aiutare a riavvicinare l’energia nel fare le cose. Saremmo infatti spronati a continuare a fare ciò che ci soddisfa. Inoltre, se ci rendiamo conto che ciò che facciamo corrisponde a ciò che vogliamo, potremmo sentirci più vicini al concetto di felicità. Al contrario, potremmo percepire un forte stress. A proposito di questo, potremmo fare alcune attività utili ad allontanare lo stress. Ad esempio compiere lo shinrin yoku (bagno nei boschi) per apprezzarne i benefici. Oppure utilizzare questi esercizi messi a disposizione gratuitamente su Internet.