Con l’inflazione alle stelle, la necessità di tagliare le spese è diventato un passaggio obbligato. Il discorso vale anche per le spese del conto corrente, che pesano non poco durante tutto l’anno.
Abbiamo già visto quanto incide un c/c tra imposta di bollo e inflazione, due voci spesso trascurate. Passando invece all’analisi tra spese fisse e variabili, vediamo quali voci fanno maggiormente la differenza e quindi da monitorare attentamente.
L’andamento complessivo della spesa
Facciamo riferimento all’indagine sul costo del c/c condotta da Banca d’Italia, pubblicata a dicembre ma con riferimento al 2020. La spesa annua di tenuta conto bancario tradizionale ammonta in media a 90,90 euro (7,575 euro al mese), quasi in linea a quella del 2019 (90,70 euro).
Tuttavia, le spese fisse e quelle variabili sono variate in maniera opposta. Mentre le prime sono aumentate di 4,3 euro, le variabili sono diminuite di 4,1 euro (sempre rispetto al 2019).
Infine, nel 2020 la spesa per il pagamento dell’imposta di bollo è stata (in media) pari a 17 euro, rispetto ai 17,20 euro del 2019. Sommando anche questa imposta, il totale dei costi di gestione di un c/c bancario tradizionale sale a 107,90 euro.
Per azzerare le spese del conto corrente bancario è questa la voce sul costo da tenere sotto controllo
A incidere di più sul totale dei costi sono le spese fisse, pari a 64,1 euro (il 70,5% del totale delle spese) e in crescita di 4,3 euro sul 2019. Per l’indagine BdI la crescita è legata all’andamento della spesa per i canoni di base (2,8 euro), a sua volta determinato dal maggiore canone (da 53,20 a 56,30 euro). Dunque, per azzerare le spese del conto corrente bancario bisogna lavorare principalmente su questa voce.
Poi gli altri aumenti hanno riguardato le “Altre spese fisse” (1,30 euro) e quelle applicate per l’emissione delle carte di credito (0,70 euro).
Il peso delle spese variabili
La riduzione delle spese variabili (–4,10 euro), invece, riflette principalmente la contrazione dell’operatività. Ricordiamo infatti che il 2020 è stato l’anno nero del Covid 19, dove i vari lockdown hanno congelato molti scambi economici.
Su questo fronte, la maggiore variazione è legata ai prelievi di denaro contante presso gli sportelli ATM (2,50 euro). Poi troviamo le minori spese di scritturazione delle operazioni (3,20 euro) e i bonifici presso lo sportello. Di contro sono aumentati i costi dei bonifici online, anche in conseguenza del maggior ricorso ai pagamenti in remoto durante la pandemia.
In generale, un c/c dovrebbe essere uno strumento di pagamento economico per gestire entrate e uscite. Poi destinare la c.d. “liquidità eccedente” all’investimento, al fine di recuperare le spese di tenuta conto e valorizzare i risparmi. A titolo di esempio, al riguardo abbiamo già illustrato 6 forme possibili di investimento, dal rischio zero a quello moderato.
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