Non pagano solo l’INAIL e il datore di lavoro ma anche questi soggetti devono risarcire il dipendente per l’infortunio e la malattia sul lavoro

lavoratore

In Italia esiste un forte sistema di tutela previdenziale per i lavoratori. In caso di malattia, infortunio e vecchiaia i lavoratori possono accedere a sussidi sociali che li tutelano. Nel caso degli incidenti sul lavoro, la legge prevede un’assicurazione obbligatoria da stipulare presso l’INAIL. Si distingue tra infortunio sul lavoro e malattia professionale. L’infortunio sul lavoro deriva da una causa violenta.

Affinché scattino le tutele previdenziali dall’infortunio deve derivare la morte, la disabilità permanente o temporanea del lavoratore. Mentre si parla di malattia professionale quando il lavoratore sviluppa nel tempo una patologia legata all’esercizio della professione. Dunque, in linea generale può affermarsi che in caso di incidente con causa violenta e improvvisa si ha infortunio sul lavoro. Invece, nel caso in cui si presenti una patologia sviluppata negli anni si tratta di malattia professionale.

Risarcimento

A pagare il lavoratore infortunato sono in prima battuta l’INAIL e il datore di lavoro. L’Istituto Previdenziale risarcisce in via ordinaria i lavoratori attraverso il meccanismo assicurativo. Il datore di lavoro è, invece, chiamato a risarcire i propri dipendenti quando non assolva al suo dovere derivante dall’articolo 2087 codice civile. Tale norma prevede che l’imprenditore è tenuto ad adottare tutte le misure che, secondo le particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica tutelino i dipendenti. Se non adempie a questa obbligazione è tenuto a risarcire i propri lavoratori.

Non pagano solo l’INAIL e il datore di lavoro ma esistono casi in cui ci sono altri soggetti tenuti a risarcire i danni per incidente sul lavoro. Proprio di questo si è occupata la Corte di Cassazione con la sentenza 26117 del 2021. In particolare, i giudici hanno affrontato il problema del danno iatrogeno. Si tratta del danno che consegue all’intervento medico sul lavoratore che abbia subito un infortunio sul lavoro. I medici, per imprudenza, negligenza o imperizia hanno causato al dipendente infortunato un danno maggiore attraverso il loro intervento.

Non pagano solo l’INAIL e il datore di lavoro ma anche questi soggetti devono risarcire il dipendente per l’infortunio e la malattia sul lavoro

La Corte di Cassazione, in particolare, ha spiegato che se i medici peggiorano le condizioni di salute del dipendente sono tenuti a risarcirlo. E questo anche se l’INAIL paga la propria prestazione assicurativa. Le due prestazioni economiche, però, non si sommano, e anzi vanno coordinante. Secondo i giudici le somme pagate dall’INAIL vanno detratte dal risarcimento che devono riconoscere i medici al lavoratore. Nel risarcimento, però, bisogna calcolare, in aggiunta, anche la personalizzazione del danno e il danno morale. Dunque, il risarcimento dei medici può essere maggiore dell’indennizzo INAIL ma le due prestazioni, secondo i giudici, non si sommano ma vanno coordinate.

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