Ecco un fattore molto importante da considerare ai fini del calcolo dell’indennizzo INAIL per infortunio sul lavoro

infortunio

Come noto, l’INAIL tutela il lavoratore quando subisce dei danni fisici o economici che gli derivano dall’attività lavorativa. Questi possono derivare da infortuni oppure dallo sviluppo di malattie professionali. L’assicurazione che il datore di lavoro deve stipulare presso l’INAIL lo tutela dalla responsabilità civile. Nel senso che sarà l’Istituto a pagare il risarcimento al lavoratore che ha subito l’infortunio professionale.

Il datore di lavoro non sarà esonerato dall’obbligo di risarcimento, quando in sede penale e civile viene riconosciuta la sua responsabilità per aver commesso un reato legato al lavoro. Principalmente per la violazione di norme riguardanti la prevenzione e la sicurezza dei lavoratori e l’igiene sul posto di lavoro. Come anticipato, la causa che fa scattare il risarcimento dell’INAIL può essere l’infortunio sul lavoro oppure la malattia professionale. L’infortunio sul lavoro ha una causa violenta che si presenta in occasione dell’attività lavorativa.

Ecco un fattore molto importante da considerare ai fini del calcolo dell’indennizzo INAIL per infortunio sul lavoro

Da questa causa violenta deve derivare la morte, l’inabilità permanente o assoluta temporanea per più di tre giorni del lavoratore perché scatti l’indennizzo. L’infortunio sul lavoro differisce dalla malattia professionale perché l’evento che la causa, è di tipo improvviso e violento. Mentre nella malattia professionale lo sviluppo della patologia è lento e dovuto all’esposizione prolungata ad un ambiente insalubre.

L’articolo 74 del Testo unico sull’assicurazione degli infortuni sul lavoro spiega la differenza tra inabilità permanente assoluta e temporanea. In particolare, spiega che dall’entrata in vigore del D.M. 12/07/2000 per invalidità permanente assoluta, si intende l’incapacità della persona di lavorare per tutta la vita. Mentre per inabilità permanente parziale, l’evento dannoso (infortunio o malattia professionale) che diminuisca, solo in parte, l’attitudine al lavoro sempre, però, per tutta la vita.

Il risarcimento del danno dell’INAIL

Ora, per la determinazione del danno da risarcire da parte dell’INAIL al lavoratore ecco un fattore molto importante da considerare ai fini del calcolo. La Corte di Cassazione, con la sentenza 6503 del 2022, ha spiegato che l’INAIL quando risarcisce questo tipo di danni indennizza il danno biologico. Questo è il danno provocato dalla menomazione psicofisica della persona che si protrae per tutta la vita, sia assoluta che parziale. La Corte spiega, però, che questo risarcimento non comprende il danno biologico temporaneo e nemmeno il danno morale.

Il danno biologico temporaneo si intende quella menomazione piscofisica dell’individuo che, però, non è permanente. Si differenzia dunque dal danno biologico, sia assoluto che parziale, perché in questo caso il danno è destinato a durare tutta la vita. Il danno morale è, invece, la sofferenza interiore o il turbamento psichico, di tipo emotivo e quindi soggettivo, che l’infortunio ha causato al lavoratore. Il danno biologico temporaneo e il danno morale secondo la Cassazione non sono da considerarsi ai fini del risarcimento INAIL.

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