Non farti più fregare quando compri il pesce!

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Di solito siamo attenti nella scelta del pesce, onde evitare frodi e truffe. Quello che non tutti sanno è che esistono dei modi (legali) usati per migliorarlo, per farlo sembrare fresco. Da qui il titolo di questo articolo: non farti più fregare quando compri il pesce!

Totani e calamari sbiancati con acqua ossigenata. Solfiti nei crostacei. Polifosfati nei surgelati. Sono tutte pratiche lecite e legali usate per rendere il pesce più appetibile. Spesso però l’ignaro consumatore non è minimamente a conoscenza dell’applicazione di tali pratiche “speciali” e al limite della legalità.

Sui banchi dei supermercati, calamari e totani si presentano spesso con un colore bianco lucente (non proprio naturale). In certi casi questo colore va infatti attribuito all’impiego di acqua ossigenata. L’utilizzo di questo prodotto nella semplice fase di lavorazione (e non come ingrediente) può anche non essere comunicato in etichetta.

Non farti più fregare quando compri il pesce!

Un altro “aiutino” legale per migliorare l’aspetto del pesce arriva anche dai solfiti. Quest’ultimi sono utilizzati come conservanti perché impediscono la moltiplicazione di alcune specie di microrganismi. Questi additivi vengono riportati in etichetta, a differenza dell’acqua ossigenata.

I trucchi non finiscono qui…

Altri additivi concessi per legge sono i polifosfati, che di fatto difendono i prodotti dai danni del freddo. I polifosfati facilitano l’assorbimenti di acqua nei filetti di pesce e quindi, al posto del pesce si rischia di comprare una buona percentuale di acqua.

Quali sono le frodi da evitare a tutti i costi?

Ecco quelle più comuni

  • Prodotti scongelati venduti per freschi
  • Pesce di allevamento spacciato per catturato in mare
  • Vendita di specie diverse da quanto dichiarato
  • Prodotti con additivi non ammessi
  • Vendita di cozze e altri molluschi non tracciati.

Una curiosità

In Italia si consumano circa 20 kg di pesce pro-capite all’anno. Il dato è superiore alla media mondiale.