Molti rischiano di perdere diversi soldi depositati sul libretto di risparmio postale pagando fino al 26% di tasse se non prestano attenzione a questa cosa

Libretto di risparmio

Può sembrare una autentica beffa per i risparmiatori ciò che succede sul libretto postale e sui soldi depositati. Il libretto di risparmio, uno degli strumenti più utilizzati dagli italiani, che alla fine nasconde una potenziale brutta sorpresa. Si possono perdere dei soldi che, con un po’ di attenzione, si potrebbero invece salvare. Tutto dipende dall’utilizzo che si fa di questo libretto di risparmio. Le cifre depositate contano molto. Ma a cosa andrebbero incontro questi risparmiatori? Vediamo di approfondire l’argomento in modo tale da rendere edotti tutti sugli eventuali rischi. E con gli opportuni suggerimenti atti ad evitare che qualcuno possa rimetterci.

Molti rischiano di perdere diversi soldi depositati sul libretto di risparmio postale pagando fino al 26% di tasse se non prestano attenzione a questa cosa

L’Italia è un Paese di risparmiatori. Più che un luogo comune è un dato di fatto. Lo sanno anche all’estero. Basti pensare che ai tempi delle trattative UE sui soldi del Recovery Plan, i Paesi cosiddetti frugali, polemizzarono proprio si questo. Sul fatto che l’Italia chiedeva i soldi avendo le banche piene dei soldi dei risparmiatori. Mettendo da parte le polemiche, oggi parliamo di uno strumento assai utilizzato dai risparmiatori. Il libretto di risparmio postale, alla pari di qualsiasi altro strumento, prevede il pagamento di un canone annuale. Una tassa il cui prelievo è automatico dal saldo del libretto stesso. L’introduzione di questa tassa è del 2011, con il Governo Monti. Parliamo dell’imposta di bollo, che però non è dovuta da tutti, come vedremo in seguito.

I limiti a partire dai quali scatta l’imposta di bollo

Imposta di bollo dovuta quindi anche sui libretti di risparmio. Ma solo se si supera un determinato importo presente a saldo. Molti rischiano di perdere diversi soldi depositati se non controllano bene le regole che Poste Italiane applica.

Probabilmente insieme ai buoni fruttiferi postali, i libretti di risparmio sono lo strumento più usato. Già è piuttosto rilevante l’imposta sostitutiva a cui sono assoggettati gli interessi che maturano sulle somme depositate. Infatti è pari al 26% degli interessi il prelievo fiscale che lo Stato adotta sugli interessi maturati dai titolari del libretto. Naturalmente Poste Italiane operando da sostituto di imposta preleva e versa l’imposta per conto dei propri clienti.

Ciò che alla fine grava tanto è una imposta di bollo pari a 34,20 euro per le persone fisiche e 100 euro all’anno per le persone giuridiche. Imposta in misura fissa e con prelievo trimestrale. Ma questa imposta grava solo sui libretti che presentano un saldo pari o superiore a 5.000 euro.

La cifra va intesa per singolo libretto e non per totale dei soldi depositati da un contribuente. Meglio dividere i soldi in più forme di risparmio quindi che non detenerli tutti in un libretto, con il rischio di pagare una imposta di bollo salata.

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