Immaginate, per un attimo, di poter prenotare le vostre visite mediche attraverso un’App. Niente più code estenuanti, liti agli sportelli, staffette per il biglietto del turno. Immaginate ancora di interagire direttamente dallo smartphone con il vostro medico e che possiate avere voce in capitolo nel processo di cura che vi riguarda. Sembra un sogno, sì. Eppure, la medicina e il sistema sanitario del futuro saranno organizzati più o meno in questo modo. Certo, l’ostacolo più duro da abbattere è un certo atteggiamento conservatorista, ma dopo aver lasciato alle spalle le varie forme di tradizionalismo, non sarà poi così difficile creare una dimensione sanitaria a misura d’uomo.
Da dove iniziare per creare la medicina e il sistema sanitario del futuro
Questi scenari utopici potrebbero non essere così di stanti se consideriamo i grandi sviluppi che la scienza sta promuovendo in ogni campo. A dipingere un quadro chiaro della situazione è il medico ed epidemiologo Alberto E. Tozzi in suo testo dall’aria provocante. L’autore invita i suoi lettori ad essere più impazienti verso l’odierno sistema sanitario e a mettere in atto una vera e propria rivoluzione del comune sentire. La medicina non può e non deve restare una disciplina a sé stante. Al contrario, essa ha il dovere di diventare multidisciplinare e permeabile agli scambi che favoriscono le best practices.
Il paziente al centro nella medicina partecipativa
Quando si studia un protocollo di intervento, uno degli aspetti a cui si presta particolare attenzione è la cosiddetta compliance. Per compliance terapeutica intendiamo l’aderenza al trattamento da parte del paziente. Immaginate, ad esempio, se un paziente con diabete di tipo 1 rifiutasse di seguire la terapia insulinica. Andrebbe incontro a gravissime complicazioni. Se però, quello stesso paziente, venisse coinvolto nel processo di cura di altre persone con diabete, non solo migliorerebbe la sua compliance, ma darebbe un grande contributo ad altri pazienti. Si chiama medicina partecipativa e considera il paziente come un vero e proprio professionista della salute. In questo tipo di medicina il valore della collaborazione è essenziale. Difatti, è il paziente stesso che viene coinvolto nella gestione di altri pazienti poiché ne conosce i vissuti e allo stesso tempo gli è nota la logica della medicina. Questo sistema faciliterebbe moltissimo differenti aspetti della cura della salute.
La telemedicina
Un altro aspetto da considerare è quello della telemedicina. In un mondo iperconnesso come il nostro, pensare al medico come un misantropo chiuso nel suo studio è davvero anacronistico. Le nuove tecnologie mettono a disposizione ologrammi, stampe 3D, modelli virtuali, realtà aumentata per realizzare interventi macroscopici come applicazioni chirurgiche o per intervenire a livelli microscopici su strutture cellulari. La comunicazione e l’interazione professionale sono aspetti di vitale importanza per l’intervento sulla malattia. Se i medici di tutto il mondo potessero agevolmente condividere esperienze e conoscenze in tempo reale, questo aprirebbe all’innovazione più radicale della medicina. La medicina e il sistema sanitario del futuro hanno bisogno di una ventata di aria fresca e questi propositi sono assai invitanti per chi vorrebbe migliorare il processo di cura.