Mala consulenza, fregature bancarie e truffe unite dal filo rosso dell’ignoranza finanziaria

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Secondo voi esiste una consulenza fatta male, che pensi solo ai propri interessi? Ed una filiale bancaria che cerchi di fregare sistematicamente i propri clienti? Magari con una bella truffa? State tranquilli, non stiamo parlando della trama di un giallo di serie B. O di uno scandalo da pagine interne di un giornale di provincia. Purtroppo parliamo di qualcosa di più grosso. Parliamo di una abitudine piuttosto diffusa, purtroppo, in Italia. Mala consulenza, fregature bancarie e truffe unite dal filo rosso dell’ignoranza finanziaria.

Ottobre è il mese dell’educazione finanziaria. Ed è proprio in questo mese cruciale, in quest’appuntamento ormai annuale, che bisognerebbe fare il punto della situazione. Cosa bisogna sapere per non finire fregati oggi come ieri? Soprattutto in un Paese dove le truffe, purtroppo, sono all’ordine del giorno. Dove la consulenza, quella vera, fatica a prendere piede. E dove le banche continuano a propinare ai propri clienti prodotti su cui incassano laute commissioni. La domanda sorge spontanea. La risposta è che bisogna spezzare quel filo rosso dell’ignoranza finanziaria che abbiamo nominato nel titolo.

E questo si può fare solo con una aumentata consapevolezza finanziaria. Con una aumentata e sistematica educazione finanziaria. Questo perché gli avversari del risparmio e dei risparmiatori sono parecchi. E spesso non sono facilmente rintracciabili. Perché? Perché si mimetizzano. Si mimetizzano da consulenti apparentemente affidabili. Ma prontissimi a rifilare un prodotto su cui loro, e la banca/rete, guadagnano. Mentre il povero cliente paga i costi, spesso senza saperlo. Tanto gli si potrà sempre dire “…il mercato è rischioso, questo lo sa. E nessuno poteva sapere cosa sarebbe successo”.

Mala consulenza, fregature bancarie e truffe unite dal filo rosso dell’ignoranza finanziaria

Come identificare un servizio di consulenza mendace? Vi parlano solo di rendimenti. E mai dei rischi a cui potete andare incontro, per esempio. Vi vengono presentate solo le potenziali cose positive, e mai quelle negative. E non vi parlano mai, mai di costi. Niente di illegale, per carità, almeno la stragrande maggioranza delle volte. Ma mezze verità. Che spesso possono trasformarsi facilmente in mezze bugie. Magari omettendo di parlare di parti importanti dei prodotti finanziari che si sta cercando di piazzare.

La pandemia, costringendo tutti a casa, ha portato ad essere più sensibili alle “offerte” per le aperture di conti di trading online. Di cui c’è stato un vero boom. Si rischia di cadere così vittime di vere e proprie truffe, mascherate da consulenze od altro. O proposte veritiere, ma con costi abnormi. A cui si aderisce in buona fede, perché ignoranti. Bisogna quindi stare con gli occhi aperti, apertissimi. E non solo questo mese di ottobre, dedicato all’educazione finanziaria. Perché, come abbiamo detto più volte, non esistono pasti gratis in finanza.

L’ignoranza finanziaria è una malattia. Esiste un vaccino? Fortunatamente sì. E si chiama educazione finanziaria. L’unico rimedio efficace contro una cattiva consulenza, una banca truffaldina, una truffa online od al telefono. Perché l’ignoranza finanziaria costa ogni anno decine di miliardi di euro. Non dovrebbe sorprendere, visto che il Bel Paese (forse una volta) è al 63esimo posto nella classifica globale dell’educazione finanziaria. Dietro al Togo ed allo Zimbabwe. Per dire.