Lo screenshot può essere utilizzato come prova in un processo?

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Molte volte, in preda alla rabbia o per dimostrare qualcosa anche in via amichevole, facciamo lo screenshot della schermata del telefono. Questo gesto, molto comune, ha indotto taluni a chiedersi se lo screenshot possa essere utilizzato come prova in un processo. Sia esso civile o penale.

Fino a diversi anni fa, tale soluzione appariva quasi fantastica per non dire impossibile da percorrere ma, oggi, le resistenze della giurisprudenza rispetto a certi mezzi di comunicazione si sono allentati, dando ingresso a nuove prove nel processo.

Sicché, per capire come rispondere al quesito che ci siamo posti, occorre fare il punto della situazione su come si sono orientati i giudici negli ultimi anni.

Nel processo penale

Partiamo dal considerare la possibile entrata, come prova, dello screenshot nel processo penale. Ebbene, in una recente sentenza della Corte di Cassazione, ossia la n. 12062 del 2021, si è affermato senza mezzi termini che lo screenshot è prova.

Al riguardo, la Suprema Corte ha rilevato che detto principio ha avuto pieno ingresso in sede processuale a partire dalla sentenza n. 8339 del 2019.

Inoltre, si è chiarito che, per utilizzare la foto della schermata del telefono nel processo penale, non è richiesta alcuna attestazione di autenticità. Ciò in quanto, come specificato dalla stessa Cassazione, con sentenza n. 8736 del 2018, ogni documento acquisito liberamente ha valore di prova. E ciò anche se privo di certificazione.

Sarà poi il giudice a valutarne liberamente l’attendibilità. Di certo, nel processo penale, dove molti reati sono istantanei, la presenza di questa prova potrebbe non essere determinante ai fini dell’accertamento del reato. Ciò in quanto, per valere come prova principale, si dovrebbe poter provare il momento in cui lo screenshot è stato scattato.

A tal uopo, potrebbe comunque risultare utile l’attestazione di un pubblico ufficiale che possa confermare l’identità dello screenshot. Nonché il momento in cui l’illecito è stato accertato. Detto adempimento potrebbe avvenire a mezzo di un Notaio.

Nel processo civile

Sempre per rispondere alla domanda “lo screenshot può essere utilizzato come prova in un processo?”, passiamo alla disamina del suo eventuale impiego nel processo civile.

Al riguardo, occorre fare riferimento all’art. 2712 cod. civ., alla stregua del quale “le riproduzioni fotografiche, informatiche e, in genere, ogni altra rappresentazione meccanica di fatti e di cose formano piena prova dei fatti e delle cose rappresentate”, solo se nel corso del processo non vengono contestate dalla controparte.

Quindi, colui contro il quale viene prodotta la riproduzione meccanica non deve disconoscerne la conformità. In caso di opposizione, però, non sarà sufficiente una generica contestazione ma occorreranno obiezioni fondate, che facciano scattare il dubbio sulla non genuinità della prova.

Talvolta, in giudizio, per attestare l’autenticità dello screenshot, si ci avvale di un perito informatico. Di certo, la sua perizia non avrà il valore di una certificazione notarile ma servirà a fornire alla prova una maggiore attendibilità.