L’invasione russa manda a picco del 50% una Borsa ma la guerra fa schizzare un titolo di Piazza Affari

titolo italiano Leonardo

L’improvvisa invasione dell’Ucraina nella notte europea ha spiazzato gli operatori che all’avvio delle contrattazioni hanno venduto in massa. Le Borse per tutta la mattina hanno sbandato con cali che hanno raggiunto anche il 5%, ma hanno tenuto. Ma se le Borse europee sono crollate anche del 5%, una in apertura è sprofondata del 50%.

L’invasione dell’Ucraina è un evento con cui le Borse oggi hanno dovuto fare i conti. Fino a ieri gli operatori si erano misurati con le ipotesi, oggi hanno dovuto reagire ai fatti. La reazione è stata negativa, ma sui mercati europei, ad esclusione della prime due ore, non ci sono state vendite incontrollate. Nel pomeriggio, con l’apertura di Wall Street attorno la parità, le Piazze UE hanno recuperato un po’ di terreno. La sensazione è che le vendite si siano concentrate nelle prime due ore e poi siano cessate. Probabilmente gli operatori sono in attesa di capire fin dove la Russia spingerà l’offensiva.

Se le Piazze europee in apertura sono arrivate a perdere fino al 5%, una Piazza azionaria ha subito un calo 10 volte maggiore. La Borsa russa in apertura è arrivata a perdere il 50% del valore di capitalizzazione. In pochi minuti il mercato azionario russo ha bruciato oltre 260 miliardi di dollari di valore. Le azioni sono crollate a valori mai visti. In pochi secondi la metà dei risparmi di migliaia di investitori russi è andata in fumo. Paradossalmente l’invasione russa manda a picco solo la Borsa di Mosca. Alla fine della seduta l’indice russo RTS ha chiuso con un calo del 40% che si aggiunge al calo del 20% delle precedenti sedute. Da ottobre 2021 la Borsa russa ha perso il 70% del suo valore.

L’invasione russa manda a picco del 50% una Borsa ma la guerra fa schizzare un titolo di Piazza Affari

Tutto il mondo occidentale si prepara a sanzioni economiche pesantissime verso la Russia. L’arma estrema minacciata dagli USA è quella di espellere il Paese dal sistema finanziario globale, escludendolo dal sistema di scambio interbancario Swift. I titoli obbligazionari russi adesso rischiano il default e l’economia rischia un crack. Dipende da quanto si spingeranno in profondità le sanzioni economiche. In uno scontro tra sistemi politici ed economici opposti, i mercati hanno dato un primo giudizio. In apertura di contrattazioni l’indice USA Nasdaq ha aperto in leggero rialzo e l’S&P in calo dell’1%. L’indice azionario russo Moex ha chiuso con una perdita di oltre il 30%, l’indice RTS di quasi il 40%. In Europa l’Euro Stoxx ha perduto il 3,6%, la Borsa di Francoforte il 4%, Parigi e Londra sono calate del 3,8%.

Al termine della seduta, la Borsa di Milano ha accusato un calo del 4,1% e l’indice Ftse Mib (INDEX:FTSEMIB) ha chiuso a 24.879 punti. Ma a metà giornata il calo era arrivato anche al 5%. Tra le blue chip alcuni titoli hanno chiuso in rialzo. Leonardo ha guadagnato oltre il 4,3%. Airbus e l’Occar, l’agenzia europea congiunta per la cooperazione in materia di armamenti, hanno firmato il contratto per l’Eurodrone. Alla costruzione del grande drone europeo parteciperà anche Leonardo.

In rialzo anche Diasorin del 2,4% e Amplifon del 2%. Unicredit ha perduto il 13% e Pirelli il 10% per il coinvolgimento del loro business in territorio russo. Paradossalmente, la società degli pneumatici aveva appena annunciato che nel 2021 gli utili del gruppo erano triplicati.

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