Dalle nuove incognite all’orizzonte nasce una certezza: l’indice preferito da Goldman Sachs
Il mercato migliore su cui investire
Con i mercati di oggi investire in azioni value richiede una dose di coraggio non indifferente. Infatti significa investire su un lungo termine che non tutti se la sentono di sostenere. Inoltre la volatilità e le situazioni estremamente particolari nelle quali ci si sta trovando in queste ultime settimane sta cancellando i già labili confini tra valore e crescita. Ma al di là delle considerazioni socioeconomiche, resta la necessità di individuare il mercato migliore su cui investire.
L’indice preferito da Goldman Sachs
La risposta la forniscono dalla banca di investimenti più famosa al mondo. L’indice preferito da Goldman Sachs è quello brasiliano, nonostante proprio Goldman Sachs abbia tagliato le previsioni sul Pil della nazione carioca da -3,4% a -7,4%. Un taglio che si affianca a quello recentemente elaborato proprio dalla Banca centrale brasiliana che invece indica una contrazione del 5,12% del Pil.
Il mercato delle materie prime
A confermarlo anche i numeri. Con un -48% dell’indice nazionale (Ibovespa) in questo 2020 (valutazione in dollari), i titoli dell’indice brasiliano potrebbero però sfruttare, secondo la banca americana, la futura ripresa del mercato delle materie prime. Come si sa, infatti, il mercato carioca è caratterizzato da un ampio sfruttamento delle commodities. Non solo, ma proprio la sua forte esposizione alla Cina rende l’Ibovespa l’indice preferito da Goldman Sachs perché candidato ottimo per chi vuole investire nel rimbalzo in arrivo con il post-Covid-19. Rimbalzo che gli analisti di Goldman Sachs danno per la seconda metà del 2020.
I Brics
Numeri alla mano, si parla di un obiettivo di 90.000 punti, ovvero un +9% circa dai livelli attuali, ma comunque a -22% rispetto alla fine del 2019. La nazione del sudamerica deve fare i conti con la fase più acuta dell’epidemia che finora ha fatto circa 18mila morti e che potrebbe portare il saldo, nel fine settimana, oltre i 20mila. L’ultimo colpo, in ordine di tempo, per le economie del cosiddetto Brics, cioè Brasile, Russia, India Cina e Sudafrica (con destini leggermente differenti per queste ultime due). Economie che, in fase di crescita, hanno dovuto cambiare rotta dovendo fare i conti con un problema che ha messo KO tutto il resto del mondo.