Un bicchiere di vino fa bene alla salute. Questa frase l’abbiamo ascoltata tante volte. La campagna 2020 ha una marcia in più perché le uve da tavola hanno un buon profilo qualitativo. Infatti, la produzione, in termini di quantità, è nella media degli ultimi anni. Il calo di resa è dovuto all’andamento climatico non ottimale e comunque l’installazione di nuovi impianti ha limitato i danni. Di conseguenza, la filiera italiana delle uve da tavola può contare su una disponibilità di prodotto che è di poco superiore ad un milione di tonnellate. Il 98%, in particolare, della quantità totale, è garantita dalla produzione interna.
Alla luce di ciò, l’ISMEA ritiene che su queste basi il prezzo risulti particolarmente concorrenziale rispetto alle altre specie di frutta estiva. Per fare vari esempi, il riferimento è a pesche e nettarine. Questi ultimi frutti hanno prezzi alti a causa della scarsità dell’offerta.
Il vino va fuori confine
La campagna di esportazione ha dato risultati soddisfacenti. Innanzitutto, i quantitativi esportati sono aumentati del 35%. In secondo luogo, poi, le importazioni di uve da tavola dal buon profilo qualitativo, sia pure fuori stagione, e di altre primizie, sono state in linea con quelle dell’ultimo triennio. Allo stesso tempo, però, i prezzi in media sono al di sotto del 5,5% rispetto al primo semestre 2019.
Dove vanno le uve da tavola
Come anticipato, la filiera italiana dell’uva da tavola si indirizza all’estero. Di conseguenza, l’equilibrio economico del settore dipende solo dalla domanda estera. In particolare, tra le diverse specie di frutta, le uve da tavola pesano sulla bilancia commerciale nazionale per 600 milioni di euro. L’esportazione di mele registra, poi, un dato ancora più positivo, con un attivo di 713 milioni di euro.
A tal riguardo è interessante capire quanto prodotto, le uva da tavola, muovano a livello mondiale. Parliamo di 4,8 milioni di tonnellate di prodotto per un controvalore di 8.900 milioni di euro. Infine, va sottolineato che le nazioni che amano l’uva da tavola italiana sono gli USA, i Paesi Bassi, la Germania e il Regno Unito.
Per quanto concerne i mercati di sbocco delle uve da tavola italiane, i paesi dell’Unione Europea hanno un peso enorme, assorbendo in media il 90% delle esportazioni complessive. Nel frattempo, le uve da tavola denotano un buon profilo qualitativo. Cresceranno i guadagni?