Entro il 2020 ci sarà un nuovo ingresso tra le commodity. È proprio vero: l’acqua diventa come oro e petrolio entro fine anno. In tal modo cade uno degli ultimi tabù della finanza. L’acqua sarà, infatti, soggetta a speculazioni finanziarie. Di conseguenza, la quotazione di mercato dipenderà dalle leggi della domanda e dell’offerta. Ma chi ha messo in circolazione questa voce? Cme Group ha, senza troppi giri di parole, annunciato la creazione del primo future al mondo sul bene più prezioso.
Dove troveremo l’acqua
In particolare, l’acqua troverà spazio sui mercati azionari sulla piattaforma di negoziazioni per via elettronica Globex. Il future debutterà nel quarto trimestre e impiegherà come sottostante il Nasdaq Veles California Water Index. Ciò vuol dire che rispecchierà il prezzo dei diritti sull’acqua in California.
Per ora, l’acqua americana finisce nella finanza. Tra Los Angeles e San Francisco il mercato vale 1,1 miliardi di dollari. Ciò vuol dire che, in sostanza, con questa manovra, l’acqua bene pubblico, etichetta tanto cara agli italiani, perde ogni valore. Di conseguenza, l’acqua è destinata a diventare la commodity più preziosa. Ecco i motivi. Innanzitutto, le organizzazioni internazionali ne denunciano continuamente la scarsità nel mondo. Ed affettivamente in Africa il problema è molto sentito. Proseguendo in questa direzione la situazione può solo peggiorare scatenando guerre e migrazioni con evidenti ricadute negative sul rispetto dei diritti umani.
Allo stesso tempo, il Cme ipotizza un aumento del valore del bene acqua a causa del cambiamento climatico, dell’inquinamento e della crescita demografica.
La sfida del Cme
Tim McCourt, global head of equity index and alternative investment products del Cme, ha le idee ben chiare. Il contratto future va inquadrato come strumento di risk management. In particolare, per aiutare comuni, aziende agricole e industrie a proteggersi dai rischi economici legati alle carenze idriche.
Il passo successivo è diventare un indice benchmark. In altri termini, l’acqua assurgerebbe a parametro di riferimento in grado di segnalare il livello d’allarme della risorsa idrica a livello globale.
Su questa linea l’acqua diventa come oro e petrolio entro fine anno. Tuttavia, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, nel 2010, ha incluso l’acqua tra i “diritti umani universali e fondamentali”.
In conclusione, a dieci anni da quella buona notizia, il mondo sta andando in una direzione diametralmente opposta.