Le Borse statunitensi appaiono tendenzialmente più deboli ma gli occhi sono fissi sempre sulle Banche centrali

Lagarde

Intorno alle 14.15, il Ftse Mib registrava un passivo dello 0,6%. Ma a fare al differenza potrebbero essere i titoli di Wall Street che, ancora prima di aprire ufficialmente le contrattazioni, si attestano su un generico passivo. In particolare sul Nasdaq che deve fare i conti con un altro caso: Snapchat. L’ultimo, in ordine di tempo, di quei colossi hitech che stanno perdendo smalto. Anche perché, è bene ricordarlo, quello dei tecnologici è un settore particolarmente volatile proprio perchè estremamente variegato. Infatti comprende molti rami del settore produttivo ma anche, ad esempio, di quello medico e sanitario.

Le Borse statunitensi appaiono tendenzialmente più deboli rispetto al recente passato e a questo punto la domanda sul destino dei listini a stelle e strisce si fa sempre più pressante. Anche perché, spesso, è proprio verso di loro che si focalizza l’attenzione degli operatori nella scelta di alcuni temi di investimento. Ad esempio, ad inizio di settimana SVB Leering ha iniziato la copertura del titolo Pfizer Inc. con un rating Market Perform ed un target price fissato a 55 dollari. Ed a proposito di titoli del comparto tecnologico, non più tardi di lunedì, Citigroup ha abbassato il giudizio del titolo HP Inc. portandolo a Neutral dal precedente Buy e tagliando anche i 40 dollari di target price, diventati, poi, 38.

Le Borse statunitensi appaiono tendenzialmente più deboli ma gli occhi sono fissi sempre sulle Banche centrali

A far paura, questa volta, è la recessione. Una recessione che i mercati azionari temono ancora di più dopo la pubblicazione dei dati PMI che confermano un risultato già temuto. In realtà si tratta più di un rallentamento che di un calo effettivo. Numeri alla mano, sul dato composito di maggio si parla di 54,9 punti per l’Eurozona (lettura preliminare), poco sotto le stime, ferme a 55 punti.

In tutto questo anche un altro proverbiale market mover come la Banca centrale europea ha dato la sua parte nello zavorrare le Borse. Infatti, come confermato dal numero uno Christine Lagarde, per luglio potrebbe già vedersi un cambio di direzione anche piuttosto forte sul fronte dei tassi di interesse. Ma se da un lato la Lagarde indica una direzione precisa per le politiche monetarie, dall’altra tenta di rassicurare gli operatori escludendo, nelle sue previsioni, il pericolo di una recessione.

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