Eurobond, Coronabond, Recoverybond… chi più ne ha più ne metta. Come se non bastassero tutte queste sigle, ecco anche che il Presidente della Lombardia Fontana parla di un’emissione obbligazionaria a carico della Regione. Precedendo tra l’altro il piemonte, che per primo aveva ventilato, anche solo in un “pour parler”, l’opzione. La Lombardia lancia i coronabond in salsa “lumbard”: i “Lombard Bond”. Ma cosa sono?
La Lombardia lancia i coronabond in salsa lumbard
In pratica si tratta di “tre miliardi di euro per il piano straordinario di investimenti in Lombardia. Sono previsti a debito utilizzando obbligazioni a seconda della convenienza e del tasso che il mercato offrirà”, ha detto il governatore. Questi strumenti “saranno autorizzati in base alle effettive necessità di cassa, come farebbe un buon padre di famiglia”.
In termini pratici, la Regione lombarda ha deciso di fare da sola… forse. In ogni caso, anche solo l’idea di uno strumento del genere, per questa entità, è certamente una provocazione. E lo è sia nei confronti del governo centrale che in quelli della UE, che certamente finora è stata presente più a parole che con i fatti.
Una robusta emissione obbligazionaria
Ed ecco quindi che si pensa a fare da soli, con una robusta emissione obbligazionaria. E non è neanche la prima volta che la Lombardia ricorre a questo strumento (assolutamente normale in altre realtà nazionali, come quelle anglosassoni, tipo UK e USA, i famosi muni-bond).
“È la seconda volta che la Lombardia potrebbe utilizzare questo strumento di finanziamento. Infatti, dopo la crisi dell’11 settembre 2001, la Regione, il 17 dicembre, decise un piano straordinario per le infrastrutture (i Mondiali di sci, acquisto di materiale rotabile, dissesto idrogeologico). Nonostante il programma prevedesse 2 miliardi di dollari di emissioni, l’efficiente gestione dei flussi di cassa consentì di ridurre l’esposizione ad un solo miliardo”. In che cosa consistono questi coronabond in salsa “lumbard”, i “Lombard bond”?
I “Lombard bond”
Quindi la Lombardia si finanzierà a debito. Nel caso sopra ricordato furono emesse obbligazioni regionali (dette Bor). In quel caso “arrivarono richieste di sottoscrizione superiori di oltre il 30% rispetto alle obbligazioni emesse. Fu la prima volta al mondo che un soggetto subordinato allo Stato ottenesse una valutazione da parte delle principali agenzie di rating (Standard and Poor’s, Fitch, Moody’s) superiore a quella dello stato sovrano.
L’emissione ricevette dalle principali agenzie rating dei “punteggi di affidabilità” eccezionali: Aa1 per Moody’s, AA+ per Standard&Poor’s, AA per Fitch. Fu un caso di studio. Le obbligazioni vennero acquistate da molti fondi di investimento, fra cui anche il fondo pensionistico degli insegnanti del Texas“. In quel caso la Lombardia riuscì persino a far concorrenza ai bond emessi da alcuni Stati Canadesi (Quebec). Inoltre, riuscì ad essere collocata e giudicata in maniera positiva dagli investitori istituzionali di tutto il mondo, dal Giappone agli Stati Uniti.
Per la parte collocata negli USA (la maggiore del totale dell’emissione) fu notevole che uno strumento che fosse difficile da collocare, soprattutto per la struttura temporale dello strumento (un bond trentennale), sia stato così ben accolto. I rating prima ricordati, uniti ad un buon tasso, lo resero un vero successo. Sarà così anche stavolta? Ed a chi sarà rivolta questa emissione? Solo agli istituzionali od anche ai retailer? E, nel caso, solo ai lombardi od a tutti gli italiani? E che tasso e rating avrà? Restiamo in attesa, sperando che non sia solo una boutade provocatoria, ma che gli si dia seguito con lo stesso successo che si riscosse all’epoca.