La guerra globale delle valute digitali emesse dalle banche centrali, comunemente note come CBDCs, è appena incominciata e si preannuncia essere molto lunga ed estremamente rivoluzionaria. Dopo che la Cina è stata la prima a muovere, con il lancio della sperimentazione di un suo yuan digitale, con l’intento di rompere il dominio internazionale del dollaro, anche l’Eurozona inizierà a sperimentare questo mese una propria CBDC, nell’intento di proteggere l’Eurozona dall’assalto delle altre valute digitali, pubbliche o private.
L’annuncio della BCE
La Banca Centrale Europea ha infatti annunciato la scorsa settimana di voler iniziare a sperimentare una versione digitale dell’euro già dal prossimo 12 ottobre. E allo stesso tempo, si avvieranno delle consultazioni pubbliche sul tema. Consultazioni atte a decidere se questo debba far parte del futuro dell’infrastruttura di pagamento dell’Unione Europea oppure no. A rivelarlo, un rapporto della stessa BCE.
Ecco cosa ha dichiarato Christine Lagarde
“L’euro appartiene agli europei e la nostra missione è di esserne il custode”. Così ha dichiarato il Presidente della BCE Christine Lagarde a Bloomberg, mentre il nuovo rapporto sull'”euro digitale” è stato reso pubblico oggi. Lagarde ha aggiunto che “il nostro ruolo è quello di garantire la fiducia nella valuta”, e che “questo significa assicurarsi che l’euro sia adatto all’era digitale”. Inoltre, Lagarde ha ribadito che i sistemi di pagamento devono “continuare a stare al passo con le esigenze delle persone che li utilizzano”.
La guerra globale delle valute digitali e l’impatto della concorrenza internazionale
Una inversione di tendenza, quella compiuta sull’euro digitale, impensabile soltanto fino a pochi mesi fa. Ad influenzare quest’accelerazione sull’adozione di una CBDC nell’Eurozona è stata sicuramente la forte concorrenza internazionale. Il rischio, quindi, per la BCE è di rimanere indietro in quella che si preannuncia come la battaglia monetaria del secolo. E così, se prima Bitcoin e le valute digitali in generale erano viste soltanto come un rischio da evitare, ora la BCE è pronta ad adottarle, come strumento per competere nell’arena internazionale.
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