Si cresce, viene la barba, cresce il seno, si scopre il lavoro, l’amore e tutto ciò che appartiene al mondo degli adulti. Nel mondo di oggi, si è portati a scordare quasi tutto dell’infanzia.
Senza però scomodare Freud, c’è una piccola cosa che si impara da piccoli e si continua ad usare per tutta la vita. Non ci se ne rende conto, ma è di grandissima utilità.
La filastrocca dei giorni dei mesi.
Esatto, è così radicata nella mente, che molti non si sono mai sforzati di ricordarsi il numero dei giorni che ha ogni mese. Tanto c’è quella filastrocca che si usa per tutta la vita.
Storia
Trenta dì conta Novembre
con April, Giugno e Settembre,
di ventotto ce n’è uno,
tutti gli altri ne han trentuno.
A livello metrico, trattasi di una quartina di settenari a rime baciate.
La filastrocca si riferisce al calendario gregoriano, usato oggi in quasi tutti i paesi del mondo. Questo calendario entrò in vigore il 4 ottobre 1582, per volere di papa Gregorio XIII, da cui prende il nome. A tal proposito la filastrocca presenta un piccolo errore. Difatti il calendario gregoriano prevede che ogni quattro anni l’anno sia di 366 giorni e non 365. Quindi ogni quattro anni Febbraio conta 29 giorni. Tuttavia questo sarebbe stato troppo difficile da dire in una filastrocca, o forse no?
Curiosità
Di questa filastrocca esiste anche una versione latina, in cui per l’appunto viene fatta precisazione dell’anno bisestile.
Junius Aprilis September et ipse November
dant triginta dies, reliquis superadditur unus,
de quorum numero Februarius excipiatur
namque quater septem fertur habere dies
sed cum bisextus fuerit superadditur unus.
Traduzione:
Giugno, Aprile, Settembre e anche Novembre
hanno trenta giorni, agli altri se ne aggiunge uno,
ai quali fa eccezione Febbraio
ai dice infatti che abbia quattro volte sette giorni
ma quando è bisestile se ne aggiunge uno.
Verrà da chiedersi il perché esista una versione latina, tra l’altro più precisa, se il calendario entrò in vigore nel 1582 e già non si parlava più latino. La spiegazione è che fino alla fine dell’Ottocento circa, il latino è rimasto la lingua di riferimento per tutte le questioni ufficiali, internazionali e scientifiche. Per fortuna questa filastrocca che si usa per tutta la vita, adesso è in italiano.