L’allarme arriva dall’INPS, che avvia i controlli incrociati nei confronti dei beneficiari del reddito di cittadinanza. Il via libera dei controlli è arrivato dal Garante della Privacy con il provvedimento n. 231 del 26 novembre 2020. Infatti, il Garante autorizza l’INPS allo scambio di dati con l’Agenzia delle Entrate e con il Ministero della Giustizia, i Comuni e le Regioni, per controllare se il beneficiario ha i requisiti. Per questo, bisogna fare molta attenzione, perché il reddito di cittadinanza è sotto i riflettori del Fisco, al via nuovi controlli incrociati.
Il via libera del Garante della Privacy
I dati che saranno oggetto di scambio, con opportune verifiche previste dalla legge, riguarderanno in particolare: possesso di auto, di beni immobili, ricovero in strutture di lunga degenza, condanne o misure cautelari a carattere personale.
Il Garante precisa che dovranno essere adottate opportune misure di sicurezza tali da assicurare la riservatezza dei dati e la loro integrità.
In effetti, bisognerà inserire nuove procedure di controllo, sia per l’invio di dati attraverso i flussi telematici sia attraverso le amministrazioni. Queste ultime conservano i dati necessari per operare le opportune verifiche.
I dati acquisiti dall’INPS sono conservati per un periodo non superiore a dieci anni dal termine di erogazione del beneficio. Fanno eccezione eventuali contenziosi. Il periodo di conservazione si riduce a cinque anni se la domanda dei benefici, per reddito di cittadinanza o pensione di cittadinanza, non è accolta.
Il reddito di cittadinanza è sotto i riflettori del Fisco, al via nuovi controlli
In linea generale, coloro che presentano per il reddito di cittadinanza dichiarazioni mendaci con documenti o attestati falsi sono punibili con il reato di reclusione da due a sei anni (D.L. n. 4/2019 art. 7)
Invece, se si omette all’ente, che eroga il beneficio, la comunicazione di variazione di reddito o patrimonio, la reclusione è da uno a tre anni, con la conseguente perdita del beneficio e la restituzione delle somme percepite indebitamente.