La guerra commerciale si sta inasprendo. E potrebbe anche durare più a lungo. Ecco i titoli da comprare in caso di un’escalation.
Difficile vederne la fine
I tempi della guerra commerciale tra Usa e Cina si stanno allungando. Non solo, ma con ogni probabilità non vedrà la fine nemmeno per le elezioni statunitensi del 2020. Questo fa capire che chi vuole investire deve per forza di cose cambiare alcune strategie di medio periodo. Soprattutto sulle azioni. Magari preferendo chi, come Adobe, non ha una forte esposizione commerciale.
I titoli da comprare
Una considerazione che sembra un paradosso visto che il settore IT e tecnologico in generale è il primo ad essere vittima delle tensioni Usa-Cina. Perché per Adobe, allora, il discorso è diverso? Indubbiamente per il suo driver di crescita rappresentato dal cloud visivo, ovvero quello utilizzabile per creare contenuti visivamente accattivanti, il preferito dai consumatori del futuro. A questo si aggiungano report che, ultimamente, hanno confermato la presenza di solide entrate e crescita dei profitti. Sempre a proposito di esposizione commerciale, il colosso della pubblicità digitale Facebook è invece maggiormente esposto. Ma chiunque voglia tagliare le spese pubblicitarie a seguito di un calo dei consumi, di certo non lo farà su una piattaforma che conta oltre 2 miliardi di utenti. Inoltre non bisogna dimenticare innovazioni interessanti come Instagram Shopping che con ogni probabilità guadagneranno terreno nei prossimi trimestri.
Chi non soffre i dazi
Chi invece esente, o quasi dai pericoli di dazi et similia, è Electronic Arts. A suo favore, inoltre, ci sono tre grandi driver di crescita secolare che supportano le azioni del gigante dei videogames. Il primo sono le console di nuova generazione e la versione 2019/2020 delle piattaforme di gioco su cloud. In secondo luogo, l’azienda è leader nel ramo dei giochi free-to-play così come, ed è il terzo punto, è ottimamente posizionata anche negli eSport, altro ramo visto in grande crescita.
E per l’Italia?
Indubbiamente, sempre a proposito di esposizione alle tariffe doganali, l’Italia deve scontare la sua vocazione all’export, soprattutto con il mercato del lusso. Per questo motivo, visto che questo significa nuove pressioni sul made in Italy, forse si potrebbe preferire qualcosa che ha un carattere difensivo. Le utility, ad esempio, sono un rifugio sicuro in caso di difficoltà. Almeno fino a quando le acque non appariranno più limpide. A2A, ad esempio, particolarmente esposta all’interno dei confini nazionali, non dovrebbe avere problemi sul fronte doganale.
Raccomandazioni e Scheda tecnica per A2A