Gli hikikomori, i giovani reclusi giapponesi

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Il Giappone è una nazione che esercita un grande fascino sugli occidentali. Ma spesso e volentieri gli usi, i costumi e le abitudini sociali di questo stato ci lasciano un po’ perplessi. Una di queste riguarda gli hikikomori, i giovani reclusi giapponesi.

Chi sono

Gli hikikomori, i giovani reclusi giapponesi, decidono di propria spontanea volontà di non uscire mai dalla propria camera. Letteralmente il termine deriva dalle parole “hiku” e “komoru” che significano “tendere” e “ritirarsi”. Questo evento è la diretta conseguenza dell’alta competitività insita nella società nipponica. Infatti sono costretti a essere altamente performanti nell’ambito scolastico e successivamente in quello lavorativo. È probabile che il disagio giovanile sia anche provocato dalla struttura della famiglia, composta da una madre iperprotettiva e un padre assente e ossessionato dalla propria realizzazione professionale. Proprio per questo motivo in questa nazione il tasso di suicidi è altissimo. Infatti, nel distretto di Tokyo la foresta di Aokigahara detiene un triste record. È il secondo posto al mondo per numero di suicidi.

Come riconoscere gli hikikomori, i giovani reclusi giapponesi

I fautori di questa “carcerazione volontaria” hanno un’età compresa fra i 14 e 30 anni, sono prevalentemente di sesso maschile e di estrazione sociale medio-alta. Presentano dei ritmi sonno-veglia totalmente alternati: infatti vivono prevalentemente di notte e passano il tempo a guardare anime. Rifiutano ogni tipo di contatto umano diretto, a meno che non sia mediato da piattaforme online. I casi più gravi non escono nemmeno dalla propria camera per mangiare o per lavarsi. A volte possono sviluppare depressione, agorafobia e disturbi ossessivo-compulsivi.

Il fenomeno in Italia

In Giappone sono stimati oltre 550.000 i casi, in continuo aumento dagli anni Ottanta. Questo “disturbo sociale” si è diffuso a macchia d’olio anche in altre parti del mondo. Dai primi del 2000 anche in Italia il loro numero continua a crescere. Attualmente si aggira attorno ai 100.000 individui. Per questo è nata l’organizzazione “Hikikomori Italia”, fondata da Marco Crepaldi. L’associazione intende mettere in maggior luce questa problematica aiutando psicologicamente sia i genitori che i figli.

Sapevate la storia degli hikikomori, i giovani reclusi giapponesi? Se conoscete qualcuno che mette in atto questo comportamento, trattatelo con cura e indirizzatelo da un bravo professionista.