Sul divieto di licenziamenti, da parte dei datori di lavoro, il Governo italiano, tramite Decreto sta procedendo, di proroga in proroga seguendo, l’evoluzione della pandemia di coronavirus. Su fino a quando sono bloccati i licenziamenti e le eccezioni, infatti, c’è da dire che ad oggi il divieto a licenziare è stato prorogato e prolungato fino alla data del 21 marzo del 2021.
Ecco fino a quando sono bloccati i licenziamenti e le eccezioni
In precedenza, invece, la scadenza del divieto a licenziare era stata fissata al 31 dicembre del 2020. E questo comportava il rischio di licenziamenti di massa già dall’inizio del prossimo anno. Uno scenario che ha allarmato i Sindacati. Ma ora, con la proroga al 21 marzo, pure le associazioni delle imprese hanno sostanzialmente appoggiato la scelta del Governo italiano. E questo anche in ragione dello sforzo finanziario che è stato sostenuto dallo Stato. Tra la cassa Covid gratis e le risorse che sono state stanziate con i decreti Ristori e Ristori bis.
La proroga del divieto a licenziare prevede comunque delle eccezioni che a loro volta sono cambiate di decreto in decreto. In precedenza, infatti, il divieto a licenziare era collegato all’accesso e quindi alla fruizione da parte dell’impresa degli ammortizzatori sociali.
Il blocco dei licenziamenti per Covid-19 in Italia sale a 13 mesi di fila
Ora invece il divieto generalizzato a licenziare è stato di nuovo esteso fino al 21 marzo del 2021, ma con eccezioni legate in pratica alle imprese in stato di crisi. Il divieto a licenziare, infatti, non si applica in caso di fallimento, se c’è un accordo collettivo aziendale o se per l’attività d’impresa si registra una cessazione definitiva.
Nelle eccezioni rientrano pure le imprese in liquidazione senza che ci sia però cessione o trasferimento di rami d’azienda. Ad oggi il blocco generalizzato dei licenziamenti per Covid-19 sale così a ben 13 mesi di fila. Quelli che partono dal 23 febbraio del 2020 ed arrivano al 21 marzo del 2021. Salvo ulteriori proroghe.