Ancora un ottimo dato della fiducia dei consumatori negli USA. Si rimane vicini ai massimi storici.
Ugualmente gli indici USA non paiono intenzionati a dare soddisfazioni almeno nel breve termine.
Il recupero di ieri, seguito al rasserenamento di Trump sul fronte dei dazi, ha contagiato anche le Borse europee salite sia ieri che oggi.
Ugualmente gli indici americani paiono ancora convelescenti e non si può escludere che questo tran tran improntato a una debolezza prevalente possa anche prendere il sopravvento almeno sino verso ottobre.
Tabella principali dati macroeconomici USA di giornata
Rapporto sulla fiducia dei consumatori (Ago) | 135,1 | 129,5 | 135,8 | ||
Indice manifatturiero della FED di Richmond (Ago) | 1 | -4 | -12 | ||
Consegne del settore manifatturiero di Richmond (Ago) | 5 | -13 |
La fiducia dei consumatori a 135,1 versus 129,5 atteso si posiziona nei pressi del precedente massimo a 135,8.
In questa fase ogni contro mossa positiva sul fronte macroeconomico americano funziona come deterrente per la FED a nuovi tagli dei tassi.
E basta questo effetto, per la verità del tutto ipotetico, a deprimere il sentiment degli operatori di borsa che aspettano in grazia uno o più tagli in sequenza del costo del denaro.
D’altronde anche gli indici del manifatturiero di Richmond fanno meglio delle attese come vediamo sopra dalla tabella.
E così confermano che se anche qualche segnale di rallentamento si è evidenziato in America complessivamente l’economia statunitense gode ancora di buona salute.
G7 tranquillo forse troppo
Evidente l’intento dei capi di stato del G7 di non creare ulteriori tensioni ed anzi stemperare il più possibile il clima.
Al meeting di Biarritz sulla costa atlantica della Francia i 6 paesi extra USA si sono accontentati di scambi di cortesie puramente formali su vari temi.
Per la prima volta non si è arrivati nemmeno al comunicato finale.
Segno di una scarsità di contenuti attivi che in un contesto economico migliore poteva anche starci.
Nella attuale fase agitata, sia sul fronte commerciale che delle difficoltà di numerosi cicli economici sparsi per il mondo probabilmente era lecito attendersi qualche cosa di più incisivo.
Sicuramente un G7 senza strascichi e polemiche è comunque un fattore positivo.
Ma non bisogna ormai dimenticare che il vero ruolo cardine nel governo globale è stato assunto dal G20 che non a caso comprende anche la Cina e la Russia.
D’altronde ce lo spiegano i numeri: a suo tempo il G7 rappresentava il 70% del PIL globale ora le medesime nazioni arrivano a fatica al 50%…
Articoli precedenti sulla fiducia dei consumatori