Per i lavoratori a cui è stata certificata una riduzione della capacità lavorativa di almeno due terzi è possibile richiedere l’assegno ordinario di invalidità. Questa prestazione richiede, per l’accesso, che siano stati maturati almeno 5 anni di contributi di cui almeno 3 nei 5 anni che precedono la domanda. Si tratta di una misura rivolta, quindi, ai soli disabili che lavorano. Ma attenzione, si tratta di un beneficio riconosciuto solo nel settore privato e nel lavoro autonomo. I dipendenti pubblici, nella maggior parte dei casi, non ne hanno diritto.
I limiti dell’assegno ordinario
Una cosa fondamentale da sapere per chi percepisce l’assegno ordinario di invalidità è che non potrà accedere alla pensione anticipata. Ma è bene anche sapere che esiste un trucco geniale che permette di aggirare questa regola che vi andremo a spiegare di seguito.
L’assegno ordinario, infatti, essendo equiparato ad un pensione permette al suo beneficiario solo l’accesso alla pensione di vecchiaia. Al compimento dei 67 anni, infatti, il beneficio si trasforma automaticamente in trattamento di vecchiaia, senza bisogno di presentare domanda alcuna.
A prevedere il divieto di aderire alla pensione anticipata per il titolare di AOI è la sentenza della Corte di Cassazione 9492 19 maggio 2004. Nella sentenza i giudici sostengono che esiste un divieto generale nella trasformazione della prestazione in qualsiasi forma di pensionamento che non sia quella di vecchiaia. E la motivazione sta nel fatto che, come la pensione di vecchiaia, l’assegno ordinario è integrabile al minimo. Mentre la pensione anticipata no.
Esiste un trucco geniale che permette al titolare di assegno ordinario di invalidità di andare in pensione INPS prima dei 67 anni
Questo ovviamente non significa che chi è titolare di assegno ordinario debba escludere a priori il diritto a qualsiasi anticipo. Da una parte c’è da dire che se il disabile ha almeno l’80% di invalidità certificata può accedere alla pensione di vecchiaia anticipata per invalidi. Perché anche in questo caso si tratta di una pensione di vecchiaia a tutti gli effetti.
Il lavoratore che, però, ha avuto il riconoscimento dell’assegno per un triennio potrà accedere alla pensione anticipata, se lo desidera. Alla scadenza dell’assegno, infatti, se non presenta domanda di rinnovo è libero di presentare domanda di anticipo pensionistico senza alcun problema. L’importante, quindi, è non essere titolari di assegno ordinario al momento in cui si richiede l’accesso alla pensione. Il vero problema è per chi, dopo il terzo rinnovo, si è visto confermare l’assegno in via permanente. In questo caso, infatti, il beneficio non sarà più soggetto a rinnovi e per la pensione si dovrà attendere obbligatoriamente il compimento dei 67 anni.