Tra recessione e prospettive future. Il 2019 fotografato dall’Istat. L’economia ristagna ma per fortuna la recessione in Italia è stata scongiurata nel 2019. Il PIL è rimasto invariato. Con questo clima c’è un Italia a due facce: i dati della produzione sono deludenti nel contempo gli operatori economici guardano sorridenti il futuro.
Per gli ordinativi dell’industria si stima una diminuzione congiunturale dello 0,2% dei prezzi e una diminuzione tendenziale del 2,5% che all’apparenza potrebbe rappresentare un segnale negativo.
Riferito alle costruzioni, ad ottobre 2019 si stima la produzione sia cresciuta dello 0,4% rispetto a settembre.
Non solo l’Italia ma l’Eurozona
Questa condizione non è solo ascrivibile all’Italia ma all’intero contesto europeo. I mesi di difficoltà si registrano in tutti gli Stati. Non siamo a dati catastrofici ma pur sempre in negativo. Il rallentamento dell’economia c’è in Italia però lontano dal peggior dato. A far sollevare l’ottimismo italiano è il dato europeo che tocca la stima più bassa dal 2014. Se l’eurozona è fiacca a tenere sollevati i mercati è l’export extra Ue. Si è registrato un dato in risalita: 2,6%.
Anche se nello specifico si vede che ciò che avviene negli Stati Uniti ha riflessi dappertutto tanto da far diminuire in ordine specifico l’esportazione verso quello Stato per le note vicende dei dazi.
Il quadro è nebuloso e trovare una via di uscita non è semplice. Nonostante ciò la fiducia di consumatori e imprese è incoraggiante: con un indice del clima di fiducia che sale.
Chi guarda con maggiore ottimismo al futuro è il settore manifatturiero seguito dalle imprese che gravitano nelle costruzioni, i servizi e il commercio al dettaglio.
Cosa fanno gli imprenditori
Con un clima favorevole i giudizi sul livello degli ordini e della domanda sono in miglioramento anche se gli imprenditori continuano ad avere i piedi piantati a terra e predicano cautela per quanto riguarda le attese prossime. Non ci sarà uno scossone per il 2020, a incidere anche la scelta della Commissione europea di prevedere una crescita del PIL con una riduzione dello 0,4% rispetto a numeri degli anni precedenti.
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