Ce lo dicono fin da bambini: lo zucchero fa male. Quando cerchiamo delle alternative sane che rispondano ai nostri bisogni ci troviamo spesso persi in un mare di opzioni. È meglio lo zucchero di canna o lo sciroppo d’agave? E che dire del miele o dello sciroppo d’acero? Ecco due alternative naturali e poco conosciute allo zucchero bianco che arrivano da lontano e che ci vengono in aiuto.
Perché è meglio evitare lo zucchero?
Cresciamo sentendoci dire che lo zucchero non è sano, ma non sappiamo sempre il perché. Gli effetti di questo cibo variano infatti da persona a persona. Da piccoli, ma, diciamocelo, anche da grandi, lo zucchero ci può provocare le carie. I batteri presenti sui nostri denti si nutrono dello zucchero, quando usiamo lo spazzolino a dovere.
Lo zucchero è inoltre legato a patologie come diabete, problemi di cuore e obesità. Ci sono inoltre individui in condizioni insulinoresistenti o in pre-diabete che devono evitare il più possibile picchi glicemici. Lo zucchero è il cibo che alza la glicemia per eccellenza. Per fortuna però non dobbiamo rinunciare alla dolcezza grazie a diverse alternative più sane.
Ecco due alternative naturali e poco conosciute allo zucchero bianco che arrivano da lontano
Chi ha già provato alcune delle alternative più comuni come stevia, miele e zucchero di cocco e non è stato soddisfatto può provare questi dolcificanti naturali che arrivano dall’Asia.
L’amazake nasce dal riso. È infatti il risultato della fermentazione tramite il koji. Quando questo processo è finito l’amazake si presenta con una consistenza pastosa e spessa. L’amazake è molto meno calorico dello zucchero ma è molto ricco di vitamine come la B2 e la B6. In Giappone viene usato per rendere più dolci i dessert ma anche in bevande calde e fredde. È infatti tipico, nella stazione fredda, bere acqua calda addolcita con l’amazake.
Il monk fruit
Il frutto del monaco, o monk fruit, è un frutto che cresce in Sud-Est Asiatico ed è molto utilizzato nella medicina tradizionale cinese. Di forma sferica, il monk fruit è di piccole dimensioni e la polpa al suo interno assume un colore che va dal biancastro al marrone. È proprio dalla lavorazione della polpa che si ottiene un dolcificante molto dolce e privo di calorie. Il processo per estrarre il dolcificante richiede molti passaggi e il risultato è una polvere diverse volte più dolce dello zucchero. La lavorazione di questo frutto lo priva però di sostanze nutritive importanti ma il dolcificante di monk fruit è comunque ricco di antiossidanti.