L’occhio come specchio dell’anima e non solo. Basterebbe guardare negli occhi una persona per capire se questa abbia problemi di salute. O predisposizioni genetiche.
È questo il presupposto su cui si basa l’iridologia. Ovvero lo studio dell’iride inteso a desumere dalla struttura, colore e intensità dell’iride stessa lo stato di salute dell’organismo (definizione Treccani).
L’iride, cioè la parte colorata dell’occhio, viene analizzata attraverso l’esame iridologico. Con una lente di ingrandimento molto potente, l’iridoscopio, si evidenziano i piccoli dettagli dell’iride.
L’idea di partenza è che l’iride funga da rappresentazione grafica del corpo umano. Comprensiva di organi e ghiandole. Nonché strutture ossee e articolazioni.
Ma è vero che basta guardare negli occhi una persona per capire se ha una malattia?
Macchioline, segni particolari, trama, colore e piccole anomalie o mutamenti cromatici dell’iride sono presi in esame dall’iridologo.
Nell’esame vengono osservati entrambi gli occhi. E ciò perché ognuno di essi darebbe informazioni su diverse parti del corpo presenti nella parte di destra o sinistra.
Un argomento molto antico
Persino le civiltà più antiche erano convinte della possibilità che l’osservazione dell’iride potesse rivelare particolari importanti sulla salute dell’individuo.
L’occhio, infatti, fu un simbolo fondamentale nella cultura egizia. E addirittura alcuni testi mesopotamici fanno riferimento a un legame tra variazioni cromatiche dell’iride e insorgenza di malattie.
Quando si parla di questa materia non si può non citare Bernard Jensen, noto per aver ideato una delle più famose mappature dell’iride.
Sostenitori e critici della teoria
In conclusione, è vero che basta guardare negli occhi una persona per capire se ha una malattia?
Ci sono più risposte a questa domanda. L’iridologia vanta molto sostenitori e altrettanti critici.
I principali dubbi arrivano dai medici. Questi sostengono che l’iride dell’occhio umano è stabile. E quindi indipendente dalle problematiche derivanti da organi. O comunque da altre strutture anatomiche. Diversamente, i sostenitori sostengono l’esatto contrario.